Vaccino AstraZeneca, giovedì l’Agenzia Europea del Farmaco conclude l’inchiesta

Vatican News

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“La nostra inchiesta è ancora in corso, giovedì dovremmo arrivare alla conclusione” ma “al momento, non ci sono indicazioni che la vaccinazione” con AstraZeneca “abbia causato” gli eventi tromboembolici. Così Emer Cooke,  direttrice esecutiva dell’Ema, l’Agenzia Europea del farmaco, in una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio sul portale web della Commissione Europea, dopo la sospensione della somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca in Italia, Francia, Germania, Spagna e Svezia e già da una settimana in altri paesi europei, a partire dalla Danimarca.

La segnalazione dell’Istituto tedesco per i vaccini

Cooke ha parlato di 30 casi di eventi tromboembolici riportati su quasi 5 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca, fino al 10 marzo, ma nel fine settimana sono stati segnalati altri casi. Eventi che “hanno coinvolto più di un lotto” del vaccino “ma non possiamo escludere che ci sia un legame con la produzione”. Lo stop di ieri è stato deciso, prima dalla Germania, poi dall’Italia e dagli altri Paesi, dopo la segnalazione dell’Istituto federale tedesco per i vaccini, “che ha rilevato – come ha riferito il ministro italiano della Salute Roberto Speranza – una rara forma di trombosi seguita temporalmente alla vaccinazione con AstraZeneca”.

Cooke (Ema): i benefici dei vaccini superano i rischi

La direttrice dell’Ema ha voluto ribadire che “i benefici relativi al vaccino superano i rischi. Ci sono delle preoccupazioni comunque e ci sarà una valutazione scientifica. Quando questa sarà conclusa potremo dire delle cose più precise”. L’Agenzia ha cercato di avere “tutte le informazioni possibili dai Paesi” che stanno continuando ad arrivare. “La priorità – ha sottolineato Cooke – è garantire che i vaccini siano usati in sicurezza sulla popolazione europea”. “Se riteniamo che il problema non possa essere risolto verrà adottata la soluzione necessaria” su questo vaccino, “ci sono diverse opzioni possibili” sul da farsi, “tutto dipenderà dalla valutazione scientifica”.

Analisi estesa a tutti i vaccini anti Covid-19

“Attualmente ci stiamo focalizzando su AstraZeneca – ha chiarito la direttrice dell’Ema – ma stiamo raccogliendo informazioni per tutti i vaccini in circolazione” e “sembra che ci siano dei numeri simili in tutto il mondo”. “La fiducia nei vaccini è di fondamentale importanza per noi, il nostro lavoro è mantenere questa fiducia basandoci però solo su valutazioni scientifiche”. E quindi stiamo analizzando “tutti i dati in maniera rigorosa, i dettagli e le circostanze per determinare se il vaccino AstraZeneca possa aver contribuito” agli eventi tromboembolici “o se questi siano dovuti a cause esterne”. Ma al momento, ha concluso Emer Cooke, “il numero di eventi tromboembolici complessivi nelle persone vaccinate non sembra essere superiore a quello osservato nella popolazione generale”.

Speranza: lo stop misura solo precauzionale

In mattinata il ministro della Salute italiano Speranza aveva ribadito che lo stop ad AstraZeneca “è una misura puramente precauzionale”, decisa dopo la “valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini”, dicendosi fiducioso che dall’Ema possano arrivare tutte le rassicurazioni, per consentire di riprendere la vaccinazione. Oggi si è riunito anche il comitato dell’Oms sulla sicurezza dei vaccini, in contatto continuo con l’Ema.

Cauda (Gemelli): è importante che ci sia vigilanza

Roberto Cauda, direttore del dipartimento malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, intervistato dal collega Luca Collodi, ribadisce che ogni decisione sarà presa nell’interesse della popolazione, “che deve avere fiducia nel vaccino, perché non essendoci ad oggi una terapia efficace in modo assoluto, l’unico modo per uscire da questa pandemia è la vaccinazione”. Ecco come il professor Cauda spiega la situazione:

Ascolta l’intervista a Roberto Cauda (Gemelli)

R. – In questo momento si può solo prendere atto di quello che è avvenuto, cioè che a livello europeo, di fronte ad alcuni eventi cronologicamente connessi con la vaccinazione AstraZeneca, ma senza che sia stato fino ad oggi dimostrato alcun rapporto di causalità tra somministrazione del vaccino ed evento nocivo è stata presa la decisione di affidarsi ad Ema per avere una parola che si spera sia risolutiva proprio per ridare quella fiducia, non solo nel vaccino AstraZeneca, ma in tutta la vaccinazione che è in atto in questo momento, che è la più grande mai attuata nella storia dell’umanità. Io credo che bisogna avere i nervi saldi, aspettare con fiducia quello che saranno le decisioni degli organi di controllo e soprattutto, forse, dare una lettura positiva di quello che è avvenuto. Perché in questa fase 4 nella quale si somministrano vaccini a milioni e milioni di persone è importante che gli organi regolatori vigilino e se c’è qualche cosa che non quadra cercare di fare chiarezza.

Proprio per chiarezza e completezza d’informazione, ricordo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha consigliato il blocco della somministrazione, e il Regno Unito, che ha somministrato oltre 11 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca non ha bloccato questa vaccinazione stabilendo che tutto quello che sia osservava a seguito della vaccinazione, non solo di AstraZeneca, ma anche di altri vaccini, anche se  temporalmente collegato, non aveva alcun nesso di causalità.

Chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca e aspetta la seconda, rischia di non averla più?

R. – Innanzitutto non deve passare l’idea che non sia un vaccino che possa ritornare a essere utilizzato. A quelli che hanno fatto la prima dose, che giustamente in questo momento possono avere delle preoccupazioni, direi che bisogna attendere con fiducia le risultanze e poi, sulla base di queste, nel caso venga sdoganato e liberato AstraZeneca, farlo con fiducia, in caso contrario gli organi regolatori diranno come procedere.

Astrazeneca è stato sospeso perché si è notato un numero anomalo di trombosi…

R. – Questo è quanto emerge. Bisogna capire se queste trombosi sono temporalmente legate e sono casuali, oppure c’è un nesso di causalità con le vaccinazioni. Questo al momento non credo possa essere risolto dall’esterno. Solo gli organi di controllo nazionali possono dire una parola definitiva, perché hanno accesso ai dati e possono quindi valutare in modo molto responsabile, ma anche molto preciso, ciò che è avvenuto.

Questo può fermare la fiducia nella vaccinazione? Ci sono state molte persone che hanno disdetto le vaccinazioni…

R. – Ogni evento che riguarda i vaccini, questo come ogni altro tipo di vaccino, curiosamente, a fronte del fatto che i vaccini hanno salvato milioni e milioni di persone nella storia dell’umanità, intacca la fiducia e la riduce. Per questo io ritorno sul fatto che chi ha la responsabilità di farlo dia una parola univoca e chiara per la validità del vaccino e non abbia paura di esprimere opinioni, nel caso questa non fosse confermata.

Ci sono altri vaccini sul mercato, il russo Sputnik, i vaccini cinesi… Lei pensa, a fronte del caso AstraZeneca, che ci sarà bisogno anche di questi vaccini?

R. – Premesso che bisogna vedere quale sarà l’evoluzione del caso Astrazeneca, e credo che lo sapremo in tempi piuttosto brevi, io ho sempre detto che il vaccino Sputnik e i vaccini cinesi, alcuni dei quali sono fatti dal virus intero inattivato, quindi molto simile ad esempio al virus influenzale, con tecnologie più tradizionali hanno dato degli ottimi risultati, che sono stati tra l’altro condivisi con la comunità scientifica.

Quindi, in sostanza, per la salute umana bisogna superare anche le divisioni geopolitiche?

R. – Assolutamente sì: non dimentichiamoci che solo in Italia ci sono stati 100 mila morti per questa malattia e che il numero, come ha detto l’Istat, è probabilmente più alto sulla base dell’eccesso di mortalità. E’ una malattia che si trasmette facilmente e che purtroppo ha anche un’evoluzione molto grave. Quindi ogni decisione deve essere certamente fatta nell’interesse della popolazione, che deve avere fiducia nel vaccino. Perché non essendoci una terapia ad oggi efficace in modo assoluto, l’unico modo per uscire da questa pandemia è la vaccinazione. L’uso di più vaccini, ovviamente, non dico che deve essere uno solo. E quindi attendiamo con fiducia ciò che verrà deciso per AstraZeneca.