Usa, migranti. O’Malley: strategie e risposte troppo tardive, è una sfida di umanità

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Trasferimenti, politiche migratorie, accoglienza, piani governativi, comune senso di umanità e solidarietà. Tocca diversi punti la dichiarazione del cardinale Seán Patrick O’ Malley arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, a commento di quanto accaduto tra  Florida e Massachusetts in questi giorni, quando una cinquantina di venezuelani  immigrati negli Stati Uniti – tra cui diversi bambini e donne – sono stati trasferiti a Martha’s Vineyard, esclusiva località balneare dell’Atlantico, a bordo di voli charter organizzati dal governatore della Florida. Secondo la stampa americana, la destinazione sarebbe stata sconosciuta ai passeggeri convinti di arrivare a Boston e in altre città del nord, con la prospettiva di un alloggio sicuro e di un posto di lavoro.

Umanità e impegno istituzionale

Il cardinale elogia la risposta della comunità locale fatta di umanità e generosità, ma mette in guardia l’assetto politico istituzionale di fronte alla questione migratoria che, dice, ha proporzioni mai conosciute finora e che definisce una “sfida morale, legale e politica per il nostro Commonwealth e per il nostro Paese”.

“La nostra comune umanità – sottolinea il porporato – è la lente attraverso la quale deve essere giudicata la nostra risposta agli immigrati”. Troppo –  lamenta – il ritardo nello sviluppo di una “risposta efficace” al movimento di uomini, donne, bambini e famiglie, le cui condizioni sono poste costantemente dal Papa all’attenzione del mondo. Si tratta – come il magistero non smtte di ricordarci – di persone “costrette dalle condizioni socioeconomiche, dalle violazioni dei diritti umani e dalla crisi climatica a lasciare le loro case in cerca di sicurezza, protezione e stabilità “. 

Chi migra è costretto: servono risposte efficaci

Così è anche nel caso dei venezuelani trasferiti nel Massachussets, scappati da una “situazione di enorme sofferenza e oppressione” e accolti solo grazie all’ umanità dei cittadini di Martha’s Vineyard, un esempio – afferma il cardinale O’ Malley – e una risposta efficaci di cui essere grati anche al governatore Baker. 

È quanto serve ora, torna a sottolineare il porporato: “Una risposta sistematica a lungo termine”, “una strategia efficace” che chiami in causa innanzitutto le leadership istituzionali cui si accompagna il sostegno di altre organizzazioni. In questo caso il cardinale rende nota la disponibilità della Catholic Charities di Boston a collaborare con le autorità civili nell’accogliere chi arriva nel nostro Commonwealth in cerca di assistenza. Non solo i venezuelani, ma anche gli haitiani e altri latinoamericanicoinvolti nell’emergenza del confine meridionale degli Stati Uniti.

Una collaborazione vincente e una riforma immediata

Non solo i venezuelani, ma anche gli haitiani e altri latinoamericani sono coinvolti nell’emergenza del confine meridionale degli Stati Uniti. Dunque – rimarca l’arcivescovo di Boston –  quando le agenzie non profit possono collaborare con le autorità civili, le persone a rischio troveranno accoglienza, sostegno e spazio per organizzare la propria vita. “In un mondo globalizzato – conclude – le sfide dell’immigrazione continueranno”. “Un sistema d’immigrazione in crisi richiede una riforma immediata” e questo riguarda il mondo: “dai Dreamers che cercano ancora una stabilità legale nelle loro vite, a coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina, dalla povertà in America Latina e in Africa o dalle crisi in Medio Oriente, il richiamo della nostra comune umanità ci accompagnerà per gli anni a venire. Prego che saremo all’altezza della sfida”.