Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Garantire un’uscita sicura dall’Afghanistan. E’ la questione al centro dei contatti di ieri rispettivamente tra Stati Uniti e Italia e tra Germania e Russia. Il premier italiano, Mario Draghi, e il presidente Usa, Joe Biden, in un colloquio telefonico, hanno condiviso la necessità di avviare con urgenza uno stretto coordinamento finalizzato all’evacuazione sicura sia dei propri cittadini che di quelli afghani che hanno collaborato con la Nato, chiedendo anche il coinvolgimento nella questione dei Paesi del G7. Favorire l’esodo da Kabul. Questa anche la richiesta al presidente russo Putin della cancelliera tedesca Merkel ieri in visita a Mosca. La leader parteciperà poi a Kiev ad un importante vertice sulla crisi ucraina.
Kabul: migliaia alla ricerca di un volo
E’ ancora drammatica la situazione all’aeroporto della capitale Kabul con migliaia di persone nel disperato tentativo di salire su un aereo per lasciare il Paese. Una situazione esplosiva, alla quale sta mettendo mano Washington con l’invio di almeno 6 mila soldati. La speranza è che non si rivedano le scioccanti immagini che attraverso il muro di cinta consegnavano i propri piccoli ai militari affinché li portassero fuori dal Paese asiatico. In Europa, ma anche nei Paesi confinanti si sta organizzando l’accoglienza dei profughi grazie anche all’intervento delle organizzazioni umanitarie, tra le quali la Caritas. Molti afghani cercano anche in altri modi di partire. Fa notizia l’accoglimento in Qatar di un gruppo di donne esperte di ingegneristica robotica.
Afghanistan: quale governo
Ieri un portavoce dei talebani ha riferito alla stampa estera del nuovo Afghanistan. Non sarà una democrazia come la intende l’occidente – ha detto – ma garantirà i diritti di tutti. Ma desta orrore la vera e propria esecuzione di cui è stato vittima il capo della polizia di Badghis, Mullah Achakzai. Altri episodi mostrano come sia in corso una caccia agli oppositori. E desta preoccupazione la notizia diffusa da Washington che in Afghanistan si starebbero riorganizzando Al Qaeda e il sedicente Stato Islamico. Intanto la ricostituita resistenza è in piena mobilitazione e avrebbe ripreso, questo l’annuncio dei miliziani, tre distretti nella provincia di Baghlan e starebbe continuando l’avanzata. La speranza è che l’Afghanistan non continui ad essere terreno di guerra e violenze.