La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso che gli ex presidenti, e quindi anche Donald Trump, hanno diritto a una parziale immunità nell’esercizio delle loro funzioni: non possono quindi essere processati per i loro atti ufficiali. Per l’ex presidente americano è una “grande vittoria”, mentre Joe Biden parla di “pericoloso precedente”.
Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Era una delle decisioni più attese della Corte, che doveva stabilire di fatto se un presidente possa essere processato per le sue azioni quando è in carica. La decisione della Corte Suprema riguarda il processo in cui Donald Trump è accusato di aver cospirato per sovvertire il risultato delle elezioni del 2020. Quanto stabilito dai giudici potrà avere importanti conseguenze sulle elezioni statunitensi di novembre, che vedono Trump candidato per il Partito Repubblicano. Dunque, un’immunità parziale. La Corte Suprema ha infatti dichiarato che gli ex presidenti possono essere protetti da accuse penali negli atti ufficiali.
I giudici
La decisione è stata presa a maggioranza dalla Corte Suprema – sei favorevoli, tre contrari – ed ha visto Trump commentare l’esito sui social, definendola una “grande vittoria”. Tra i giudici della Corte Suprema contrari all’immunità anche Sonia Sotomayor, che ha sottolineato come questa sentenza “ridisegna l’istituzione della presidenza”, dando un colpo al principio secondo cui “nessun uomo è al di sopra della legge”.
La reazione di Biden
“Nessuno è al di sopra della legge, neanche il presidente degli Stati Uniti. La sentenza della Corte Suprema è un pericoloso precedente. L’America è fondata sul principio che qui non esistono re”, ha detto il presidente Joe Biden. Il candidato democratico alla Casa Bianca ha ricordato che “quanto accaduto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 è uno dei momenti più neri della storia americana”, ed oggi “il popolo americano deve decidere se fidarsi ancora una volta di consegnare la presidenza a Donald Trump, sapendo che sarà ancora più incoraggiato a fare qualunque cosa gli piaccia, qualunque cosa voglia fare”.
Le conseguenze
Lo scenario più probabile, scrivono i media americani, è che adesso si registri un ritardo di mesi nel proseguimento del processo contro Trump, che con ogni probabilità si concluderà dopo le elezioni di novembre. Formalmente la Corte ha rinviato il caso al Tribunale di primo grado per determinare quali atti siano potenzialmente immuni da azioni penali.