La maggior parte di coloro che conseguono il titolo di studio mentre sono detenuti nelle carceri polacche non è più tornato sulla via del crimine. Lo testimonia don Mirosław Kalinowski, rettore dell’Università cattolica Giovanni Paolo II di Lublino (KUL), che da oltre 10 anni è anche docente in carcere
Vatican News
Da oltre dieci anni l’Università cattolica Giovanni Paolo II di Lublino svolge corsi educativi per i detenuti, un’iniziativa – dal 2022 nota come Centro per gli Studi della KUL presso il Centro di Detenzione di Lublino – rivolta alle persone in detenzione non solo a Lublino, ma anche in altre carceri della Polonia.
La crescita di autostima
“Siete persone e solo dopo siete detenuti”, è don Mirosław Kalinowski, rettore dell’Università, a ricordare le parole di Papa Francesco rivolte ai detenuti del carcere italiano Due Palazzi di Padova, il 7 novembre del 2016, per spiegare che obiettivo della Kul è quello di consentire ai detenuti la formazione a livello superiore e di assimilare importanti valori etici e umanistici, è accertato, infatti, che lo studio permette ai detenuti un maggiore sviluppo intellettuale arrivando a raggiungere migliori prospettive di lavoro, la riabilitazione, l’aumento dell’autostima e il ripristino dei legami sociali. “Per noi – spiegano Artur, Adrian e Tomasz, detenuti e studenti della KUL nel carcere di Lublino – ciò che è più importante è non perdere tempo nel luogo in cui ci troviamo. Questi studi ci fanno crescere e ci permettono di pensare al futuro con speranza”. Ed è Tomasz, in isolamento carcerario da 10 anni, a testimoniare come lo studio gli abbia consentito di ripensare alla propria vita: “Ho un maggiore senso di autostima quando so che attraverso l’apprendimento sarò in grado di aiutare le altre persone”.
La speranza nel futuro
Attualmente, gli studi della KUL sono condotti nel campo delle scienze della famiglia e includono specializzazioni come l’assistenza a persone non autosufficienti e l’animazione dell’ambiente sociale, il progetto, inoltre, è stato valutato molto positivamente anche dal Servizio Penitenziario, dalla direzione, e anche dai funzionari di ruolo, come Rafał Paczos, l’educatore esperto delle strutture educativo-culturali e della biblioteca. “Ho incontrato tutti i detenuti che hanno studiato nel Centro di Detenzione di Lublino – racconta – e ho visto un cambiamento positivo in quasi tutti. Si sono tranquillizzati, sono diventati molto più aperti al mondo, al prossimo, e sono anche diventati ottimisti sul proprio futuro”.
L’abbattimento della recidiva
Il successo del progetto dipende dal fatto che la KUL si preoccupa delle procedure accademiche e il servizio penitenziario si preoccupa della sicurezza di questo processo. “Studiare – conclude il rettore Kalinowski – aumenta l’autostima dei detenuti, e permette loro di sentirsi membri a pieno titolo della società, approfondisce le loro conoscenze e competenze, che possono essere utilizzate al termine della pena. Dal 2013, alcune decine di detenuti hanno completato i loro studi alla KUL e più dell’80% dei laureati dopo aver lasciato il carcere non ha più intrapreso la via del crimine”.