Chiesa Cattolica – Italiana

Unità dei Cristiani, stasera i Vespri con il Papa a San Paolo fuori le Mura

Antonella Palermo – Città del Vaticano

A conclusione della 55ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, anche quest’anno la celebrazione dei Vespri nella Basilica di san Paolo fuori le Mura, a Roma, è il suggello del ritrovarsi insieme con le diverse confessioni attorno alla Parola di Dio. Proprio questa, infatti, è quella luce che indica il cammino verso Gesù. La preghiera avrà inizio alle 17.30. Il Papa pronuncerà una omelia e, a conclusione del rito, il cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, rivolgerà un indirizzo di saluto al Santo Padre. 

Guardare alle Chiese del Medio Oriente 

La proposta di meditazione per l’ultimo giorno dell’Ottavario è: “Essi presero allora un’altra strada e ritornarono al loro paese”. Si inserisce nell’ambito del tema generale scelto per l’edizione 2022 della Settimana: “In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Mt 2, 2), attorno al quale si sono organizzate iniziative di riflessione personale e comunitaria e di azione di carità. Un tema che ci ha portato nei luoghi biblici di Gesù, segnati tutt’ora da sofferenza e mancanza di diritti e dove, tuttavia, le diverse tradizioni danno espressione di una convivenza fruttuosa che può essere ancora più rinvigorita. Il sussidio – preparato dalla Commissione internazionale nominata congiuntamente dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dalla Commissione Fede e costituzione, espressione del Consiglio ecumenico delle Chiese a cui aderisce la maggior parte delle Chiese ortodosse del mondo, quelle nate dalla Riforma e le Confessioni anglicane – ci ha fatto fare esperienza della possibilità di modulare, con una voce sola ma composita, la fede in Cristo. Abbiamo potuto avvalerci di uno strumento che ci ha aiutato a offrire – secondo l’invito del Papa all’Angelus – anche le nostre fatiche e le nostre sofferenze per l’unità dei cristiani. 

La ricchezza e l’unità non sono uniformità

L’episodio dei Magi – ha detto a Vatican News monsignor Farrell, Segretario del Dicastero – ci ricorda che questa è la regione in cui Cristo è nato, e “la ricerca dell’unità dei cristiani porta frutto solo se Cristo è il centro, il criterio, la fonte dei nostri sforzi. Si tratta di ricomporre la comunione tra i seguaci di Gesù per la quale lui ha pregato la sera prima della sua passione”. Tenendo conto che le diversità sono una ricchezza e l’unità ricercata non significa uniformità. E allora, l’invito principale offerto dai testi della Settimana che oggi si chiude – non si conclude però l’intenzione di comunione che deve attraversarci durante tutto l’anno – è stato quello di tornare alle origini, cioè a Cristo, nel cammino dei magi, a cui ricondurre il centro di tutta la vita e degli sforzi delle Chiese. Potremo continuare a riflettere sul fatto che “pregare per l’unità dei cristiani – come ha precisato Farrell – non è perseguire una unità di interessi o di strategie o di politiche, ma un’unità in cui il Vangelo diventa la regola della nostra vita”. 

Ecumenismo in tempi di pandemia. Dalla crisi all’opportunità

La pandemia, nella cui morsa l’umanità è ancora stretta, ha segnato anche quest’anno le preoccupazione delle Chiese che hanno avuto modo di stringersi ulteriormente nella invocazione di guarigione, prossimità e ascolto, come molto intensamente avevano già fatto l’anno scorso. Secondo quanto sintetizzato nel Documento Ecumenismo in tempi di pandemia. Dalla crisi all’opportunità – presentato nei giorni scorsi dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei Cristiani e che raccoglie i risultati di 142 questionari inviati ai responsabili delle relazioni ecumeniche di tutte le Conferenze episcopali e ai Sinodi delle Chiese cattoliche Orientali – proprio la condizione di emergenza sanitaria globale ha rafforzato l’ecumenismo spirituale e la preghiera comune. “Insieme, le Chiese cristiane sono anche consapevoli di avere una forza maggiore”, ha affermato padre Destivelle, officiale del Dicastero. “Si sono riunite per presentare programmi nel campo della carità, specialmente per aiutare i più poveri e vulnerabili. I cristiani hanno potuto parlare con una sola voce e hanno avuto più peso presso i governi”, soprattutto in ordine al rispetto della libertà religiosa. E’ la strada in cui restare.

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