Svitlana Dukhovych – Città del Vaticano
“Questo buio che è stato inflitto all’Ucraina è anche un po’ una memoria di un buio più profondo che l’umanità attraversa, che è quello dell’odio, della violenza, della guerra. Solo la preghiera dei bambini può vincere questo buio”. È così che Lucia Ercoli, medico e presidente dell’associazione “Fonte d’Ismaele”, lancia l’iniziativa “Una luce per l’Ucraina” in occasione della Festa dell’Immacolata Concezione: i bambini, di cui si prende cura l’associazione, invitano i coetanei ad accendere una candela sul proprio balcone o davanzale la sera dell’8 dicembre, alle 18:00, in segno di vicinanza e solidarietà nei confronti dei tanti bambini che in Ucraina sono costretti a vivere al buio e al freddo. Alcune candele saranno accese già stasera, vigilia dell’Immacolata.
“I bambini hanno una paura immensa del buio”
Ercoli spiega che l’idea di questa iniziativa nasce dalla “terribile situazione di buio in tutta l’Ucraina”. “Lasciare dei bambini al buio – spiega la dottoressa – è una forma di tortura terribile. Il buio, però, ricorda anche la notte di Natale in cui noi leggiamo il profeta Isaia che dice: “Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce” (Is 9, 1), e la luce è Gesù che viene nella nostra vita e non c’è oscurità che gli possa resistere. La preghiera dei bambini è un’arma potente, per questo abbiamo pensato di accendere questa luce la notte dell’Immacolata, per rivolgere la nostra preghiera all’Immacolata Concezione, affinché porti la pace che manca da troppo tempo in Ucraina e in tanti altri Paesi del mondo, e perché nessun bambino sia più costretto a vivere nella paura del buio”.
La preghiera dei bambini arriva al Cuore di Maria e da Maria al Padre
L’associazione “Fonte d’Ismaele” vuole quindi coinvolgere in questa iniziativa tutti i bambini. “È un invito a ricordare – aggiunge la presidente dell’associazione – che non c’è oscurità che la fede in Cristo non possa vincere e che Cristo è la luce del mondo, la vera luce. Quindi, questo buio che è stato inflitto all’Ucraina è anche un po’ una memoria di un buio più profondo che l’umanità attraversa, il buio dell’odio, della violenza, della guerra e solo la preghiera dei bambini può vincere questo buio”. Il pensiero è che più bambini si rivolgeranno alla Madonna la sera della vigilia della Festa dell’Immacolata, “più questa preghiera arriverà il Cuore di Maria e da Maria direttamente al Padre”.
L’accoglienza familiare e il sostegno costante ridonano speranza
“Fonte di Ismaele” è un’associazione di volontariato, costituita a Roma nel 2021, che si impegna per il riconoscimento dei diritti dei minori in condizioni di estrema marginalità̀ sociale. Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’associazione ha accolto più di 50 rifugiati dall’Ucraina, alcuni dei quali sono già tornati a casa mentre altri si sono trasferiti in altri Paesi. Attualmente, venti tra mamme e bambini ucraini sono a carico dell’associazione. “Queste mamme, questi bambini – prosegue Ercoli – hanno progressivamente trovato la forza di tornare a sorridere proprio in una forma di accoglienza familiare, di accompagnamento, che non li ha lasciati soli mai un momento”. Tale accompagnamento prevede l’inserimento scolastico, il sostegno per i compiti, per il gioco e ogni forma di supporto, per quanto riguarda invece le mamme consente loro di allacciare legami di amicizia profonda, anche con gli operatori. “Sanno che possono rivolgersi a noi per ogni necessità. Stiamo costruendo una nuova famiglia insieme a loro, una famiglia allargata, e qui loro possono cominciare anche a muovere i primi passi di una cittadinanza non solo ucraina, ma europea”. L’associazione “Fonte d’Ismaele”, ma anche Lucia Ercoli in prima persona, si impegnano molto per aiutare le vittime della guerra in Ucraina che dura ormai da più di nove mesi. Alla domanda su cosa la spinge a continuare a offrire l’aiuto, risponde di essere convinta che questa sia una battaglia “non solo sul piano politico”, quanto piuttosto “una grande battaglia col male” al quale non ci si può arrendere. “Noi non possiamo abbandonare i bambini, soprattutto se vittime di una guerra che ha loro strappato tutto: la casa, la terra, la scuola, la famiglia. Dobbiamo rimanere accanto a loro e fare in modo di sostenerli in questo percorso”.