Una Giornata mondiale che dà speranza alle vittime e ai sopravvissuti

Vatican News

Bernadette Mary Reis – Città del Vaticano

Venerdì, nel mondo si è tenuta la prima Giornata mondiale per la prevenzione e la guarigione dallo sfruttamento, dall’abuso e dalla violenza sessuale sui minori. La risoluzione, promossa da Sierra Leone e Nigeria e appoggiata da più di 120 altri Paesi, è stata approvata dalle Nazioni Unite il 7 novembre. Quel giorno, l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, Monsignor Gabriele Giordano Caccia, si è rivolto all’Assemblea esprimendo l’apprezzamento e il pieno sostegno del Vaticano per la Giornata Mondiale appena proclamata.

Per ricordare la prima Giornata Mondiale, giovedì e venerdì si è tenuta a Roma la Giornata Mondiale di Preghiera e Azione per i Bambini 2022, con una tavola rotonda che ha riunito diversi leader della lotta contro gli abusi sui bambini. Una parte dell’evento è stata caratterizzata da una tavola rotonda bilaterale sulle azioni che i governi possono intraprendere per prevenire gli abusi sessuali sui minori.

Creare un futuro senza stupri

Fatima Maada Bio, First Lady della Repubblica di Sierra Leone, che ha promosso l’adozione della Giornata Mondiale, ha tenuto il discorso di apertura dell’evento. Ha spiegato che il presidente della Sierra Leone, “fervente cattolico”, ritiene che il mondo debba riconoscere l’entità degli stupri e ammettere quanto siano poche le persone disposte a parlarne. Il presidente Bio ha dato alle vittime il via libera a parlare. Ascoltare i sopravvissuti, ha detto la First Lady, permetterà ai leader di sapere che cosa occorre fare. “Lo stupro è un problema in Africa, ma è anche un problema globale. Tuttavia vogliamo partire da dove siamo”, ha precisato. Collaborando con altre nazioni per le quali questo tema è una priorità, lo stupro potrebbe diventare storia passata.

A molte persone importa

“Oggi è un giorno speciale”, ha dichiarato Fatima Maada Bo in un’intervista esclusiva con Vatican News al termine dell’evento. “È un giorno che offre speranza a milioni di persone che ora vengono definite vittime o sopravvissute. E ritengo che in realtà non sia un giorno che si possa voler celebrare, bensì un giorno per commemorare e permettere a tutte quelle persone di incontrarsi e sapere che non sono sole. Ci sono tante persone che le sostengono e tante a cui importa ciò che hanno vissuto. L’aspetto importante, però, in realtà riguarda il processo di guarigione, il dare loro la possibilità di guarire. Perché quando si diventa vittima, per guarire serve un processo. Non si dimentica, ma si può guarire, si può passare dall’essere vittima a essere un sopravvissuto, e da qui andare oltre e diventare una persona che può aiutare gli altri a comprendere che talvolta ti accadono cose brutte, ma che queste cose brutte le puoi anche trasformare in cose belle nella tua vita”.

Far rispettare i diritti dei bambini

Alla tavola rotonda ha partecipato anche il professore giurista Marci Hamilton, fondatore e direttore generale di Child Global e docente di pratica in scienze politiche presso l’università della Pennsylvania.   Hamilton ha ribadito il ruolo guida della First Lady nel promuovere l’istituzione della Giornata Mondiale. Ha poi spiegato che secondo Child Global il passo necessario per porre fine agli abusi sessuali sui minori è di far rispettare i diritti che sono stati garantiti ai bambini. Una strategia, ha affermato, è estendere o abolire i termini di prescrizione per gli abusi sui minori. Per quanto riguarda i bambini, sono molti i fattori che possono ritardare la denuncia, tra cui lo sviluppo intellettivo, ha aggiunto. Lo sviluppo intellettivo necessario per elaborare questo genere di ricordi in genere avviene intorno ai venticinque anni, ha spiegato.  A conclusione ha ammesso che l’ostacolo centrale alla riforma è la resistenza da parte delle istituzioni che vogliono impedire al pubblico di conoscere la verità.

Serve un cambiamento importante

Alla tavola rotonda ha partecipato inoltre Cornelius Williams, direttore dell’unità per la protezione dell’infanzia dell’Unicef, che ha iniziato il suo intervento ringraziando la Sierra Leone per aver promosso la Giornata Mondiale. Il consenso di più di 110 Stati membro al momento di approvarla significa che il problema è riconosciuto. Williams ha anche espresso apprezzamento per lo sforzo e la guida della dottoressa Jennifer Wortham, ricercatrice a Harvard, che ha fondato il Global Collaborative, una rete guidata da sopravvissuti, che ha promosso la campagna per l’adozione della Giornata Mondiale a livello internazionale. “Bambini in ogni parte del mondo continuano a essere feriti… in tutti gli ambienti … anche quelli dove si ritiene siano protetti”, ha affermato Williams. Spesso c’è una vittimizzazione secondaria quando i bambini si trovano ad affrontare il sistema giudiziario. Oltre alla legislazione, occorre creare o rafforzare altre strutture. Porre fine all’abuso sessuale e allo sfruttamento esige un cambiamento importante, ed è qui che entrano in gioco le comunità confessionali, ha spiegato Williams, che ha concluso esprimendo la speranza che si possano riportare presto risultati tangibili.

La Giornata Mondiale è un risultato notevole

Anche David Hollins, docente di storia della religione americana presso la facoltà di teologia di Harvard, ha partecipato ai due giorni dell’evento. Hollins ha collaborato con la dottoressa Jennifer Wortham e l’Harvard Human Flourishing Program per il riconoscimento della nuova Giornata Mondiale. A Vatican News ha raccontato che la comunità di Harvard è felice di sostenere tale impegno. “Comprendo l’importanza di questi sviluppi per portare cose che troppo spesso sono state tenute nell’ombra della nostra cultura e della nostra conversazione alla chiara luce del giorno, dove possono essere affrontate e identificate e dove possiamo adottare misure per evitare che venga fatto altro male ai bambini. Penso che la proclamazione della Giornata Mondiale sia la luce più forte che possa essere accesa sulla questione e che aver ottenuto questo riconoscimento sia un risultato notevole”.

La spiritualità è essenziale per guarire

Un’altra partecipante all’evento è stata Suzanne Greco, membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. “Sono una sopravvissuta all’incesto – ha raccontato a Vatican News – quindi ho subito tanti abusi sessuali. La nostra Chiesa sta cerando di creare uno spazio in cui i sopravvissuti di abusi sessuali possano raccontare e condividere le loro storie, in cui possano rivolgersi a leader confessionali ed ecclesiastici per una guarigione spirituale. E anche dove poter informare e formare i ministri ecclesiastici cosicché possano servire queste persone in un modo che sia significativo e aiuti a guarire come altre terapie e altri metodi non possono fare. Sappiamo che la spiritualità è centrale alla capacità dell’individuo di guarire e ci sono molti studi scientifici su questo… Crea uno spazio di guarigione che altre istituzioni mediche e altri metodi non consentono. Le Chiese svolgono un ruolo davvero centrale perché i bambini vittima di abusi sessuali possano guarire”.

Lavorare in solidarietà

Anche la rappresentante della comunità musulmana May Hassoon, consigliere del presidente di Islamic Relief, USA, ha parlato con Vatican News. “Lo sfruttamento di una vita umana è un flagello grave e riprovevole nella nostra società”, ha affermato. “Islamic Relief, USA, crede che ogni vita umana sia preziosa. I bambini di oggi saranno i leader di domani, e abbiamo il dovere morale di instillare in loro la fiducia e la certezza che possono vivere una vita di promesse e opportunità, una vita in cui poter realizzare il loro massimo potenziale. Dobbiamo continuare a sensibilizzare riguardo alle minacce che pone lo sfruttamento umano e trovare soluzioni pratiche. Attendiamo con piacere di lavorare in modo solidale con altre entità, al fine di assicurare che i nostri figli possano prendere decisioni importanti per la loro vita, che diano loro forza e ispirino cambiamenti positivi e non siano assoggettate a influenze negative”.

Dopo la tavola rotonda bilaterale, le due giornate dell’evento si sono concluse con una funzione a lume di candela e una veglia nella chiesa di Santo Stefano a Roma.