Un respiro al creato: il riciclo di olio da cucina usato

Vatican News

Andressa Collet – Vatican News

La comunità di Apucarana, nella parte settentrionale dello Stato di Paraná, in Brasile, ha trovato nell’Ufficio per la Pastorale dell’Ambiente della Parrocchia Nostra Signora del Rosario di Fatima un alleato per gestire meglio il materiale ‘usa e getta’ prodotto nelle case, portando avanti azioni annuali di raccolta differenziata. È una grande preoccupazione per la “Città Alta”, com’è conosciuta Apucarana, a 370 km della capitale Curitiba, poiché è uno spartiacque tra tre bacini: il fiume Pirapó, che alimenta la località; il fiume Tibagi e il fiume Ivaí.

I volontari vanno in giro per i quartieri a raccogliere sia i rifiuti elettronici sia l’olio da cucina usato. L’iniziativa fa parte di una serie di attività della Chiesa locale per rispondere all’appello di Papa Francesco sulla cura della casa comune, contenuto nell’enciclica Laudato si’.

Inserito in quella che il Pontefice chiama una «rete di comunione e di appartenenza» (148), Amauri Henrique Rosina è il coordinatore pastorale della Parrocchia Nostra Signora del Rosario di Fatima e un Animatore Laudato si’ del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima. Guida le azioni della campagna in città per mettere in pratica le sollecitazioni del Papa a trasformare l’ambiente in cui si vive, «modificando gli effetti avversi dei condizionamenti e imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietà» (148).

La raccolta di olio da cucina usato

Nel settembre 2020, per esempio, la comunità è stata invitata a separare e smaltire correttamente l’olio da cucina usato in bottiglie PET o altri contenitori, ma sempre ben sigillati: 

sono stati raccolti più di 1.000 litri, evitando la contaminazione di 1 miliardo di litri d’acqua. Lo smaltimento scorretto di questo tipo di olio, largamente impiegato per usi domestici, nei bar e nei ristoranti, può causare gravi danni all’ambiente. Gli esperti consigliano di non smaltire il prodotto nei lavandini di casa, in scarichi o canali di scolo perché, oltre a danneggiare l’impianto idraulico delle abitazioni, si riversa nei fiumi e nel suolo, contaminando l’ambiente.

Già nella campagna del 2019 gli operatori avevano notato che “la gente aveva molto olio usato e non sapeva cosa farne. Abbiamo osservato che i contenitori erano sporchi e polverosi, conservati da sei mesi ad un anno, e le persone dicevano di non sapere come smaltirli. Ora nella comunità stiamo creando l’abitudine al riciclo, attraverso un’adeguata conoscenza, perché si tratta di un prodotto altamente inquinante e tossico”, spiega Amauri.

I litri di olio raccolti sono sempre inviati ad un’azienda autorizzata che li filtra e li invia ad una fabbrica di sapone in città. Insieme alla raccolta dell’olio, decine di piantine sono state distribuite nell’ambito del progetto: “Vuoi un’aria pulita? Pianta un albero”, oltre all’installazione di 16 cartelli che consigliano di non gettare la spazzatura in luoghi inappropriati. “Dio ci ha affidato il compito di coltivare e curare la sua creazione. Le azioni che compiamo vogliono far riflettere la comunità”, aggiunge l’Animatore Laudato si’.

Campagna di raccolta dei rifiuti elettronici

La comunità di Apucarana partecipa anche alla raccolta annuale dei rifiuti elettronici. Il Brasile è al quinto posto nel mondo e primo nello scenario latinoamericano per produzione di rifiuti elettronici, secondo i dati del rapporto 2019 The Global E-Waste Monitor, condotto dalle Nazioni Unite in collaborazione con vari altri organismi internazionali.

Con dei camion, i volontari dell’Ufficio per la Pastorale dell’Ambiente e gli addetti della Cocap (Cooperativa di Raccolta di Apucarana) girano per i quartieri per 

raccogliere prodotti elettrici ed elettronici di piccole e medie dimensioni, non più funzionanti o ormai inutilizzati: vecchi televisori, lavatrici, forni e parti di computer. Secondo gli esperti, le attrezzature che contengono materiali come plastica, vetro e metallo possono essere riciclate e devono essere smaltite correttamente in aziende specifiche in modo da ridurre i danni all’ambiente.

Secondo Amauri, “il successo delle azioni è dovuto alla fiducia che la comunità ripone nell’Ufficio per la Pastorale dell’Ambiente, sulla via della conversione ecologica, suggerita da Papa Francesco nella Laudato si’, l’enciclica sulla cura della casa comune, che è il pianeta Terra”. Il coordinatore spiega che i volontari hanno deciso di lavorare “dall’interno verso l’esterno, perché non ha senso voler salvare il mondo e non compiere azioni pratiche nella nostra casa, nella nostra famiglia. Cerchiamo di cambiare le abitudini, riciclare e anche incoraggiare a diminuire l’uso di materiali per ridurre i rifiuti domestici. È una grande armonia: bisogna partire dall’interno”.