Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia – Città del Vaticano
Il 9 Novembre 1958, Papa Giovanni XXIII si affacciò alla finestra del Palazzo Apostolico e per la prima volta pregò l’Angelus, con i fedeli presenti in piazza. Da allora questa è divenuta una consuetudine, un rituale che ormai si ripete ogni domenica. Il Papa buono, in quell’occasione rese nota la sua devozione per la Vergine Maria maturata in famiglia. Rivolgendosi ai fedeli, disse: “quando suonava la campana dell’inizio del giorno, subito ad alta voce intonava la preghiera dell’Angelus”, riferendosi alla sua mamma. Nonostante fossero costretti a dormire su pagliericci e ad arrangiarsi col cibo, tuttavia in quella casa respiravano l’amore di Dio. E il merito di ogni loro gioia era il Rosario.
Comastri ricorda, anche, quanto avvenne l’11 ottobre del 1962, la sera dell’inaugurazione del Concilio Vaticano II. La gente era riunita in piazza San Pietro per una fiaccolata e il Papa buono si volle rivolgere a quella folla alcune parole di saluto, pronunciate a braccio. Il Papa aveva in mano la corona del Rosario e quella che è divenuta uno dei più celebri discorsi della storia, il “discorso della luna” fu sicuramente ispirato da Maria, afferma il cardinale. Tra i protagonisti della storia della Chiesa del secolo scorso, viene annoverata Madre Teresa, inseparabile dal suo rosario. “La mia mamma si è nutrita di rosari”, avrebbe affermato la santa di origini albanesi, cresciuta sotto il regime ateo. E Comastri cita anche Giovanni Paolo II, notoriamente devoto a Maria, e la cui fede è ascrivibile al contesto famigliare in cui è nato e cresciuto.