“Un mese con Maria”, la fede di Takashi Nagai

Vatican News

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia – Città del Vaticano

Continua la narrazione delle vicende di cui è stato protagonista il medico giapponese Paolo Takashi. Nel 1932, negli anni degli studi, una meningite gli causa una sordità all’orecchio destro. Sceglie, allora, di specializzarsi in radiologia, branca nella quale la sua menomazione non è un ostacolo alla professione. È questo il periodo in cui si sposa con Midori Moriyama e dalla loro unione nascono due bambini. Nel 1945, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, riesce a diagnosticarsi una forma grave di leucemia. Questa infausta notizia non turba la serenità dei coniugi. Quando il 6 Agosto di quell’anno viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima Takashi rimane illeso. Mette al sicuro moglie e bambini nelle campagne circostanti e si dedica alla cura dei superstiti. Ma l’11 agosto  tornando a casa, dopo il turno di lavoro, trova la moglie carbonizzata, a causa dello scoppio dell’atomica su Nagasaki. Accanto alle ceneri della donna, sul pavimento, c’è una corona del Rosario. Midori è morta pregando, e pregando la Vergine.

“Un mese con Maria” – 25-ma meditazione

Takashi, racconta Comastri, continua ad insegnare, a scrivere libri, a fare il medico. Fino a quando, pochi giorni prima di morire, ancora operoso, chiama i figli Makoto e Kayano e consegna loro un testamento spirituale. Con un linguaggio colmo di tenerezza racconta ai due giovani la sua fede rimasta incrollabile nonostante i tragici eventi di cui è stato vittima. La testimonianza del medico giapponese è contenuta nel libro: “I figli di Nagasaki. Il testamento spirituale di un sopravvissuto alla bomba atomica”.