Un discernimento prudenziale

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Il prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Víctor Manuel Fernández, spiega in conferenza stampa le nuove norme per discernere i presunti fenomeni soprannaturali. Con lui sono intervenuti monsignor Armando Matteo, segretario per la sezione dottrina del Dicastero, e suor Daniela del Gaudio, della Pontificia Accademia mariana internationalis

L’Osservatore Romano

Fin dagli inizi la Chiesa ha promosso il necessario discernimento dei carismi e dopo duemila anni continua a prendersi cura dei fedeli aiutandoli a essere docili allo Spirito Santo. Le nuove “Norme del Dicastero per la Dottrina della Fede per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali” sono in linea di continuità con questo compito. Lo ha sottolineato il cardinale prefetto Víctor Manuel Fernández durante la conferenza stampa di presentazione del documento. L’incontro con i giornalisti si è svolto stamattina, venerdì 17 maggio, nella Sala Stampa della Santa Sede.

Le nuove norme, ha evidenziato il porporato, sono una guida per discernere le situazioni che possono accedere nella comunità cristiana fuori dall’ordinario: manifestazioni legate per esempio a un’immagine o altro che lo Spirito Santo può provocare per stimolare e arricchire i fedeli. La Chiesa, ha fatto notare, lascia liberi i fedeli se prestare o meno attenzione a questi fenomeni, in quanto Dio può usare strade diverse per ciascuno di noi, nei suoi imperscrutabili disegni.

L’atteggiamento dei santi di fronte a questi fenomeni è stato contrastante, ha osservato il cardinale. Alcuni li apprezzavano, altri non ne erano molto entusiasti. Nel corso della vita millenaria della Chiesa, ha aggiunto, i carismi si sono manifestati nei secoli e in diversi modi. Anche nella Bibbia troviamo dei riferimenti, san Paolo, tra l’altro, menziona anche il discernimento degli spiriti, affinché tutto avvenga per l’edificazione, perché Dio non è dio di disordine. Lo stesso apostolo parla di vari carismi che esistevano nelle prime comunità, come la sapienza, la conoscenza, il dono delle guarigioni, la varietà di lingue, menziona pure la profezia o la possibilità di qualche rivelazione.

Ci sono casi in cui una manifestazione, ha messo in luce il prefetto dell’ex Sant’Uffizio, provoca cambiamenti di vita: egoisti che diventano generosi, persone con dipendenze che vengono liberate, famiglie divise che si riconciliano, gente che voleva togliersi la vita trova la speranza, così come sorgono vocazioni alla vita consacrata. Come non ammirare, ha osservato, la bellezza di Lourdes, la pietà sobria e profonda che si respira a Fatima o la tenerezza della devozione di Guadalupe. Capita, ha aggiunto, che in determinate circostanze non tutto è bianco o nero, l’evento si mescola a desideri, pensieri fantasie umane. In ogni caso, ha fatto notare, è necessario fare distinzioni, discernere, purificare ciò che confonde e salvare ciò che fa bene.

Quando i vescovi si rivolgono al Dicastero, ha spiegato Fernández, spesso loro aspettano di fare una dichiarazione sulla soprannaturalità del fenomeno. Questo è molto forte, perché si afferma che Dio ha voluto quell’avvenimento, che lo ha provocato con un’azione divina, cioè si riconosce l’origine divina. Alcuni vescovi, ha detto, sono molto coinvolti, anche a volte appassionati per un fenomeno e vogliono dichiarare che viene da Dio, altri meno o sono contrari. D’altra parte, la dichiarazione di soprannaturalità è complessa e comporta tanti problemi. A volte si è giunti alla pubblicazione di un decreto dove si afferma senza dubbio che un fenomeno è vero o non c’è alcun dubbio al riguardo. Il problema è che, allo stesso tempo e sempre con maggior chiarezza, la Chiesa ha affermato che i fedeli non sono mai obbligati a credere a questi fenomeni.

La Parola di Dio, ha evidenziato il cardinale, contiene tutto ciò di cui si ha bisogno per la vita cristiana. Benedetto XVI nell’Esortazione apostolica Verbum Domini aveva spiegato che il valore delle rivelazioni private è essenzialmente diverso dall’unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede. La rivelazione privata è un aiuto, ma non è obbligatorio usarla. Quando un vescovo fa delle dichiarazioni di soprannaturalità su un fenomeno, le persone si sentono giustificate nell’accusare gli altri di essere miscredenti e qualcuno si sente colpevole perché non crede. Ecco perché, ha aggiunto Fernández, le dichiarazioni devono avere un carattere prudenziale. Per ridurre ancora di più le aspettative a queste dichiarazioni positive basta guardare alla storia. È successo che per lo stesso evento, un vescovo ha dichiarato che è soprannaturale, dopo un altro vescovo ha autorizzato il culto, poi un altro ancora lo ha dichiarato non soprannaturale e così sono trascorsi 70 anni. Dato che non è facile arrivare alla certezza morale sulla soprannaturalità, è passato tanto tempo, intanto il fenomeno cresceva e si espandeva in altri Paesi senza un orientamento chiaro.

Arrivando tardi i fedeli non presteranno più attenzione a quello che le autorità possono dire. Per questo, il Dicastero non orienterà il discernimento verso la soprannaturalità, ma sarà di tipo prudenziale. In questo modo, occorrerà meno tempo per fare discernimento e si aiuteranno i vescovi nella pastorale. Il cardinale ha spiegato di aver deciso che vi saranno sei possibili conclusioni, guardando la storia di diversi casi, riconoscendo situazioni differenti, all’interno di queste sei possibilità. La più importante è il nihil obstat, cioè non c’è nulla di contrario alla fede e alla morale ed è possibile aderire al fenomeno in maniera prudente. Questo permette al vescovo di cogliere tutto ciò che può esserci di positivo per riconoscere un’azione dello Spirito in mezzo a un fenomeno senza dichiararne la soprannaturalità. Ciò non vuole dire, ha osservato, che tutto quel che fa parte dell’esperienza ha lo stesso valore: può succedere che un fenomeno presenti solo aspetti positivi e a un certo punto la Madonna mandi un messaggio strano al vescovo. Questo può spiegarsi come frutto dell’immaginazione del veggente, a volte si tratta di fantasie, di desideri inconsci, mescolati alla sua esperienza. Ciò non pregiudica la validità dell’intero evento, ma va chiarito.

Rispondendo poi alle domande dei giornalisti sulla vicenda Medjugorje, il cardinale Fernández ha detto che «con queste norme pensiamo che sarà più facile andare avanti e arrivare a una conclusione», come «su altri casi che sono presenti da molti anni al Dicastero», sottolineando: «una conclusione prudenziale». Quindi ha continuato: «Supponiamo che ci fosse un nulla osta, un nihil obstat, allo stesso tempo forse si dovrà chiarire che alcuni dettagli non debbono essere presi sul serio».

Da parte loro, monsignor Armando Matteo, segretario per la sezione dottrina del Dicastero, ha invitato i giornalisti a diffondere il documento e suor Daniela del Gaudio, della Pontificia Accademia mariana internationalis, ha spiegato che l’Osservatorio sulle apparizioni e i fenomeni mistici è nato al suo interno con lo scopo di offrire un aiuto per la corretta divulgazione di tali eventi. Si tratta, ha aggiunto di un supporto e di un servizio ai vescovi nel percorso di discernimento.