Debora Donnini – Città del Vaticano
“Ognuno di noi si rivolge alla mamma quando è nel bisogno o in difficoltà”. Era partito da questa attitudine naturale e tenera dell’uomo, al Regina Coeli di domenica 2 maggio, Papa Francesco che oggi al termine della catechesi è tornato a esortare a unirsi alla ‘maratona’ di preghiera del Rosario da lui voluta per invocare la fine della pandemia di Covid-19:
Guidati dai santuari sparsi nel mondo in questo mese di maggio, recitiamo il Rosario per invocare la fine della pandemia e la ripresa delle attività sociali e lavorative. Oggi guida questa preghiera mariana il santuario della Beata Vergine del Rosario a Namyang, in Corea del Sud. Ci uniamo a quanti sono raccolti in questo santuario, pregando specialmente per i bambini e gli adolescenti.
Ogni giorno del mese di maggio, infatti, un santuario, dei 30 individuati, guida la recita del Rosario: dalla Nigeria alla Terra Santa all’Argentina, fino all’Australia. Una preghiera che attraversa i cinque Continenti, aperta il primo maggio e che sarà chiusa il 31, dallo stesso Francesco in Vaticano. Una preghiera che percorre il mondo da secoli come ad attraversare da più di un anno il mondo è quel virus che finora ha provocato oltre 3 milioni di morti, 150 milioni di contagiati, paralizzato o rallentato economie e lavoro, mostrando vulnerabilità e interconnessione e che, di fatto, segna un cambiamento epocale. Una crisi dunque. E dalle crisi, come ha ricordato il Papa molte volte, si esce migliori o peggiori, mai uguali.
Unirsi alla Supplica di Pompei
Il 30 maggio il Rosario sarà recitato da Pompei, cuore pulsante della diffusione di questa preghiera mariana con l’apostolo del Rosario che fu Bartolo Longo. Nei saluti ai fedeli di lingua italiana il Papa ha quindi anche esortato a unirsi spiritualmente alla Supplica alla Madonna del Rosario che si terrà sabato prossimo 8 maggio a mezzogiorno al Santuario di Pompei.
Anche nei saluti ai fedeli di altre lingue Francesco ha sottolineato l’azione della Vergine Maria. In particolare quando ha rivolto il saluto ai fedeli di lingua polacca, ha ricordato la loro tradizione: “Vi riunite – ha sottolineato – nelle chiese, nelle case e anche davanti alle immagini e alle statue della Madre di Dio, poste sulle piazze, sui crocicchi delle strade e nelle cappelle domestiche, per contemplare la sua bellezza, l’amore e la bontà”. “La Vergine Immacolata – ha chiesto – liberi l’umanità dal dramma della pandemia e guidi la vostra Patria e le vostre famiglie verso il suo Figlio, Gesù Cristo”.
Una ‘staffetta’ di fede
Forte la devozione alla Vergine attraverso questa preghiera che da secoli sale dalle labbra dei cristiani verso la Madre celeste invocata privatamente e nei santuari del mondo che nel 2020, lo scorso anno, si erano collegati nel pomeriggio del 30 maggio per pregare il Rosario con il Papa davanti alla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani mentre quest’anno, appunto, 30 di questi luoghi di preghiera mariani guideranno l’invocazione alla Vergine prendendo, appunto, parte all’iniziativa, “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio”, promossa dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Da ciascuno viene elevata un’intenzione particolare per una o più categorie di persone maggiormente colpite dal coronavirus. Un mese, dunque, che vedrà avvolgere il mondo in una catena di fede e speranza con gli occhi puntati verso quella Madre sotto la cui protezione si cerca rifugio.