Ucraina: tornano le bombe a Kiev. A Mariupol situazione sempre più drammatica

Vatican News

Alessandro Di Bussolo e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Fonti del governo di Kiev parlano di una notte di esplosioni nella capitale che ha aperto il 33.mo giorno di guerra, e lanci di missili russi su Lutsk, Kharkiv, Zhytomyr e Rivne. Il ministero degli Affari esteri ucraino afferma che le forze russe hanno trasformato “in polvere” la città assediata di Mariupol, mentre descrivono l’attuale situazione umanitaria nella città sul Mar d’Azov come “catastrofica”. In una intervista con i media russi indipendenti, il presidente ucraino Zelensky ha per la prima volta parlato di una capitolazione della città e di aver detto ai soldati che ancora combattono a Mariupol che possono lasciarla per mettersi in salvo. Ho detto loro: “Se capite di dovervene andare, e che sia giusto farlo, che potete salvarvi, allora fatelo. Lo capisco”. Tra le macerie resistono soprattutto unità del battaglione ultranazionalista Azov.

Parziale ritiro di Mosca in Bielorussia

A nord del Paese, invece, secondo l’esercito di Kiev, Mosca starebbe ritirando sul territorio della Bielorussia le unità, in particolare alcune della 106.ma divisione aviotrasportata, che hanno subito perdite significative durante l’offensiva contro la capitale, per ripristinare la loro capacità di combattimento. In un video diffuso online, infine, si vedono quelli che sembrano essere soldati ucraini sparare alle ginocchia a presunti prigionieri russi durante un’operazione nella regione di Kharkiv. Per l’esercito ucraino sarebbe una fake news costruita ad arte da Mosca.

Nuova tornata di negoziati in Turchia

Intanto sul fronte diplomatico c’è attesa per la nuova tornata di colloqui tra Russia e Ucraina, mentre da parte statunitense si corregge il tiro sulle dure affermazioni del presidente Biden nei confronti del capo del Cremlino, Putin. Da domani, infatti, a Istanbul è prevista la ripresa dei negoziati tra Kiev e Mosca, negoziati anomali, che sinora non hanno prodotto alcun risultato e che avvengono mentre la guerra è ancora in pieno svolgimento. Sinora le posizioni appaiono inconciliabili: da parte russa si chiede la totale neutralità dell’Ucraina, mentre Kiev chiede la piena intangibilità del proprio territorio, quindi compresa la Crimea e Dobass in gran parte sotto il controllo russo. Ma qualcosa si sta scardinando. In un’intervista a giornalisti indipendenti russi, riportata da Cnn il presidente ucraino Zelensky ha detto di essere pronto ad accettare uno status di neutralità come parte di un più ampio accordo di pace con la Russia. Corregge il tiro l’amministrazione americana sulle parole del presidente Biden, che a Varsavia aveva auspicato che Putin lasciasse il potere. Lo stesso Biden ha poi spiegato di non volere un cambio di governo in Russia.