Dopo lo scontro tra il drone americano e i due caccia russi sopra il mar Nero, il capo del Pentagono Austin e Shoigu, pur accusandosi reciprocamente per l’accaduto, hanno concordato che è fondamentale tenere aperti canali di comunicazione militari per discutere di eventuali situazioni di crisi
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Dopo l’incidente tra un drone americano e due caccia russi sopra il mar Nero, del 14 marzo, c’è stata nella notte italiana una telefonata tra il ministro della difesa del Cremlino Sergei Shoigu e l’omologo statunitense Lloyd Austin. Entrambi, pur mantenendo opposte versioni sull’accaduto, hanno concordato che è fondamentale tenere aperti canali di comunicazione militari per discutere di eventuali situazioni di crisi. Il capo del Pentagono, che ha chiesto il colloquio, il secondo dall’inizio della guerra, ha detto al ministro di Mosca che gli Stati Uniti “continueranno a volare dove il diritto internazionale lo permette”.
Mosca “una provocazione Usa”, Washington “azione pericolosa russa”
Per Shoigu, invece, l’incidente è stato causato dal mancato rispetto da parte di Washington “delle restrizioni ai voli che la Russia ha stabilito per alcune zone”. I voli dei droni americani vicino alla costa della Crimea, per il Cremlino, “sono provocatori e creano le condizioni per un’escalation. La Russia – ha proseguito il ministro – continuerà a rispondere in modo proporzionato a tutte le provocazioni di questo tipo”. Ma per il segretario di Stato americano Blinken, quella dei due caccia di Mosca “è stata un’azione sconsiderata e pericolosa”. E mentre forze russe stanno cercando di recuperare i rottami del drone caduti nel Mar Nero, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale statunitense, John Kirby, ha detto che non c’è nulla di grande valore che possa preoccupare Washington.
La Siria riconosce i nuovi confini russi con i territori annessi
Intanto il presidente siriano Bashar al Assad riconosce i nuovi confini della Russia con i territori annessi, quelli che, ha dichiarato ad un’agenzia moscovita, “si sono uniti in seguito ai risultati dei referendum” e che “sono storicamente territori russi”. Ma, ha aggiunto, se volontari siriani decideranno di partecipare all’operazione speciale in Ucraina per aiutare i militari russi, non lo faranno a nome dello Stato. Ed ha sottolineato che la presenza di basi militari della Russia in Siria non dovrebbe essere temporanea o essere correlata solo alla lotta al terrorismo.
Kyiv: nelle ultime 24 ore morti più di mille militari russi
Infine sul terreno del conflitto, Kyiv ha annunciato questa mattina l’allerta aerea in tutta l’Ucraina dopo il decollo di MiG-31K equipaggiati con missili Kinzhal, che sarebbero partiti dalla Belarus. Secondo il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, l’esercito russo avrebbe perso nell’ultimo giorno 1.040 uomini, facendo salire a 162.560 le perdite fra le sue fila dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. E l’esercito ucraino avrebbe anche respinto 75 assalti in cinque aree: Lyman, Bakhmut, Avdiivka, Mariinka e Shakhtarsk nell’oblast di Donetsk.