Ucraina, spiragli di negoziato da Kyiv sul futuro della Crimea

Vatican News

In ballo, la possibilità per le truppe ucraine di raggiungere alcuni obiettivi strategici della penisola occupata dalla Russia, che nel frattempo, si è difesa, in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu, dall’accusa della Corte penale Internazionale di aver operato deportazioni forzose di bambini ucraini

Paola SimonettiCittà del Vaticano

L’Ucraina è disposta ad aprire un tavolo di negoziazione per discutere il futuro della Crimea con Mosca, se le sue forze potranno raggiungere il confine della penisola occupata dalla Russia. E’ quanto dichiarato in un’intervista al Financial Time, il vice capo dell’ufficio del presidente ucraino, Volodomyr Zelenskyy, Sybiha, riferendosi alla controffensiva a lungo pianificata da Kyiv: “Se riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi strategici sul campo di battaglia e quando saremo sul confine amministrativo con la Crimea – ha sottolineato Sybiha – siamo pronti ad aprire una pagina diplomatica per discutere di questo problema”, con la precisazione, tuttavia, che ciò non escluderà la via della liberazione da parte dell’esercito ucraino. Uno spiraglio diplomatico, questo, considerato fra i più espliciti da parte dell’Ucraina, da quando ha interrotto i colloqui di pace con il Cremlino lo scorso aprile.

“Pietra miliare per la pace l’alleanza Ucraina- Polonia”

E, mentre sul campo si continua a combattere, diverse esplosioni sono state udite nelle ultime ore nella città Melitopol occupata dai russi. Il presidente ucraino ha ribadito che la stretta alleanza con la Polonia è una pietra miliare della libertà per tutti i Paesi dell’Europa orientale che combattono l’imperialismo russo. “Se siamo liberi insieme a voi – ha dichiarato Zelenskyy in un discorso al Castello Reale di Varsavia – questo garantisce che la libertà sarà forte tra tutti i nostri vicini, i vicini dell’Unione Europea, Romania, Slovacchia, Lituania e altri Paesi baltici”

Mosca accusata di deportazioni di bambini ucraini

Dal canto suo la Russia, ha organizzato una riunione informale al Consiglio di sicurezza dell’Onu per difendersi dall’accusa della Corte penale internazionale (Cpi) di aver deportato forzosamente sul suo territorio bambini ucraini, una pratica che la Corte ha contestato come crimine di guerra. Diversi Paesi, tra cui Usa, Regno Unito e Malta, sono usciti dall’aula in segno di contestazione: una coalizione di oltre 50 nazioni ha infatti accusato Mosca di disinformazione durante l’incontro, trasmesso in streaming con l’intervento della commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, incriminata dalla Cpi.