Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, Parolin: trovare una soluzione al conflitto è responsabilità di tutti

In un videomessaggio inviato in occasione della Conferenza sul Piano di Pace svoltasi a Malta il 28 e 29 ottobre scorsi, il cardinale segretario di Stato ha ripetuto che le armi non risolvono i conflitti, la Santa Sede chiede il “rispetto del diritto internazionale, specialmente per quanto riguarda l’integrità territoriale” e azioni umanitarie per il ritorno dei prigionieri e dei bambini nel Paese

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Impegno “maggiore e creativo”, viceversa l’obiettivo della pace resterà lontano. E soprattutto violenze, morti di innocenti, distruzioni di città e ambiente naturale continueranno a moltiplicarsi. Il cardinale Pietro Parolin ha unito ancora una volta la sua voce agli “innumerevoli interventi” del Papa, fatti con “inedita insistenza”, in favore di una nazione come l’Ucraina, sistematicamente definita in ogni circostanza da Francesco come “martoriata”. Le parole rivolte alla comunità internazionale dal segretario di Stato sono quelle contenute nel videomessaggio indirizzato agli oltre 65 Paesi che lo scorso fine settimana a Malta hanno partecipato alla Conferenza sul Piano di Pace voluta dal presidente ucraino Zelensky.

Non rassegnati alla tragedia

Il vertice svoltosi nell’isola, ha ricordato il cardinale Parolin, è segno dello “sforzo encomiabile” dimostrato già in diversi incontri da quando la proposta di un incontro a Malta era stata presentata al G20 di metà novembre dello scorso anno. Una dimostrazione incoraggiante del fatto che il confronto armato non sia considerato “uno strumento inevitabile per risolvere i conflitti”. E il fatto che a livello mondiale non si sia “rassegnati ad accettare la tragedia” indica pure, per il segretario di Stato, che trovare una soluzione non sia “responsabilità della sola Ucraina”, bensì “una responsabilità comune”.

Immaginare strade di pace

Di qui l’appello a un impegno “a tutti i livelli” ancora “maggiore e più creativo”, per aprire strade “che attualmente sembrano inaccettabili o impossibili” e che si unisca a quanto già molti organismi internazionali stanno compiendo “per garantire che l’Ucraina possa difendere l’integrità del suo territorio, garantire ai suoi cittadini la sicurezza e le necessità della vita e raggiungere la tanto desiderata pace”. Da parte sua, ha ribadito il porporato, “la Santa Sede chiede il rispetto del diritto internazionale, specialmente per quanto riguarda l’integrità territoriale”, oltre a offrire sostegno per ciò che riguarda le questioni umanitarie, “come la sicurezza alimentare e la conservazione dell’ambiente naturale” e in particolare “il ritorno dei prigionieri e dei bambini in Ucraina”.

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