Svitlana Dukhovych – Città del Vaticano
La guerra è una tragedia da tutti i punti di vista: vite umane spezzate, luoghi sconvolti dai bombardamentie distruzione dell’ambiente. La veridicità di queste parole è confermata dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco ed è quanto avviene in Ucraina, dove il popolo e l’ambiente soffrono a causa dell’invasione da parte dell’esercito russo, iniziata esattamente tre mesi fa. La testimonianza di Volodymyr Sheremeta, capo ufficio per l’ambiente della Chiesa greco-cattolica ucraina, svela tutte i drammi di un conflitto che da tre mesi causa morte e distruzione. Sembra che il confronto giornaliero con la perdita di tante vite umane e l’inaudita sofferenza non lasci lo spazio per altre preoccupazioni, come quelle per l’ambiente; invece, in guerra più che mai comprendiamo il valore delle cose fondamentali, e una di queste è avere un posto sano, perlomeno non malato, dove poter vivere. “La guerra distrugge la flora e la fauna, distrugge le abitazioni, minaccia la salute e la vita umana, il benessere delle generazioni di adesso e di quelle future”, afferma il professor Volodymyr Sheremeta.
Aria, acqua e suolo avvelenati
Tra i danni più gravi all’ambiente, Sheremeta ha indicato l’inquinamento chimico dell’aria, dell’acqua e del suolo a causa dei bombardamenti e del l’utilizzo di attrezzature militari, i gas di scarico, i combustibili e i lubrificanti che vengono immessi nell’ambiente, migliaia di veicoli bruciati e dismessi… “L’esercito russo attacca sia le infrastrutture militari che gli obiettivi civili”, sottolinea il professor Sheremeta. “In particolare, vengono colpiti i depositi petroliferi e gli impianti industriali e questo provoca incendi che, a loro volta, causano un ulteriore inquinamento dell’ambiente”. Il capo dell’Ufficio per l’ambiente ha aggiunto che dall’inizio del conflitto sono state colpite 900 aree naturali protette, che costituiscono circa un terzo del totale nel Paese. Anche i territori della Rete Smeraldo (una rete ecologica che contribuisce a tutelare la biodiversità in Europa) sono minacciati di distruzione.
Il rischio nucleare
La gravità dei rischi per l’ambiente va oltre il territorio ucraino. “Il mondo intero ricorda le gravi conseguenze socio-ambientali e i pericoli per milioni di persone dovuto alle radiazioni, dopo l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl nel 1986”, afferma Volodymyr Sheremeta, ricordando che già nel primo giorno di questa guerra la centrale nucleare di Chernobyl è stata occupata dai militari russi che poi l’hanno abbandonata a fine marzo. La più grande centrale nucleare d’Europa a Enerhodar (vicino a Zaporizhia) è stata colpita dell’artiglieria russa ed è ancora sotto il loro controllo. “Oggi in Ucraina ci sono quattro centrali nucleari con 15 reattori attivi ognuno dei quali, in questa guerra, potrebbe diventare un potenziale obiettivo dell’aggressore e rappresentare una seria minaccia per l’ambiente e la vita di milioni di persone non solo in Ucraina, ma anche in Europa e in tutto il mondo”, aggiunge ancora.
I terreni minati
Un altro problema ecologico grave che rimarrà per i decenni a venire, secondo il capo dell’Ufficio per l’ambiente della Chiesa greco-cattolica ucraina, sono le mine disseminate in vaste aree del Paese. Ogni giorno arrivano notizie di persone che rimangono uccise o ferite a causa dell’esplosione di una mina, soprattutto i contadini che vanno nei campi con i macchinari per lavorare la terra. “Possiamo toccare con mano – aggiunge il professor Sheremeta – come la guerra distrugga non soltanto vite umane, ma si traduca anche nel dolore e nella sofferenza di tutta la Creazione con le molteplici conseguenze ambientali di lungo termine per la stessa vita umana e il bene comune”.
Preservare il Creato
Volodymyr Sheremeta ha raccontato anche che, nonostante la guerra, l’Ufficio per l’Ambiente, che si trova nell’Ovest dell’Ucraina, ha continuato a svolgere la sua missione: proteggere e preservare la creazione di Dio, di cui l’uomo stesso è parte integrante. “Il nostro servizio è sempre stato molto antropocentrico – spiega – concentrato non tanto sul superamento delle sfide ambientali esterne o sui sintomi delle malattie ambientali del pianeta, ma sulla persona che può diventare causa principale oppure anche vittima dei problemi ambientali”. L’Ufficio per l’Ambiente della Chiesa greco-cattolica ucraina ha un referente in ogni eparchia: sono i sacerdoti che hanno il compito particolare di pregare, predicare e mettere in campo iniziative per la cura del Creato. Tra le iniziative avviate c’è quella di “Piantare l’albero della pace”, lanciata otto anni fa all’inizio della guerra nell’Est dell’Ucraina, ed è stata ripresa, dove possibile, anche quest’anno. Nel progetto ci sono i tradizionali campi estivi per bambini e giovani, che, attraverso la preghiera, giochi educativi e presentazioni multimediali, imparano le basi dell’insegnamento cristiano sulla cura del Creato. “Quest’anno abbiamo in programma di coinvolgere in questi campi estivi anche i nostri ospiti: bambini e giovani che sono dovuti fuggire dalle parti più colpite dalla guerra”, conclude il professor Sheremeta.