Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, Odessa senza luce per il lancio di droni russi

Mentre continuano i bombardamenti russi anche a Leopoli, la regione di Kyiv sta costruendo nuove fortificazioni e trincee anticarro per proteggere i suoi abitanti e la capitale. Putin per decreto chiama alle armi 150mila cittadini

Vatican News

Sono circa 170mila le abitazioni di Odessa, nel sud dell’Ucraina, rimaste senza elettricità dopo la caduta dei frammenti di un drone lanciato dai russi e abbattuto dalla contraerea ucraina su un impianto energetico. L’aeronautica ucraina ha affermato di aver abbattuto nove degli 11 droni di tipo Shahed lanciati dalla Russia durante la notte, nonché nove dei 14 missili da crociera. E intanto il Papa, nel Messaggio Urbi et Orbi, invita al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspicando “uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!”. 

Kyiv costruisce fortificazioni difensive

La regione di Kyiv sta costruendo nuove fortificazioni e trincee anticarro per proteggere i suoi abitanti e la capitale, il cui sindaco, Vitali’ Klitchko’, ha avvertito che la città è stata e continua essere l’obiettivo della Russia. “Abbiamo installato linee difensive: denti di drago, fossati anticarro e altre barriere non esplosive. Sono già state installate quasi 10.000 piramidi di cemento ed e’ stato costruito un fossato anticarro”, ha detto il capo dell’amministrazione militare della regione di Kyiv, Ruslan Kravchenko, sul suo account Facebook. Si tratta, ha spiegato, di costruire linee difensive e di stabilire un efficace sistema di barriere “in modo che gli abitanti della regione di Kyiv si sentano il piu’ sicuri possibile”. Kyiv al momento risulta la città meglio protetta dai missili antiaerei e dai sistemi Patriot, a differenza di altre città ucraine.

Russia, per decreto 150mila persone alle armi

Il presidente russo Putin ha firmato un decreto sulla coscrizione primaverile dei cittadini russi per il servizio militare nel periodo dal 1 aprile al 15 luglio: 150mila persone saranno chiamate alle armi dal decreto, che estende l’età fino ai 30 anni (tre in più rispetto alla chiamata alle armi precedente, nell’autunno 2023). Secondo le nuove regole, entrate in vigore l’1 gennaio, saranno soggetti alla coscrizione obbligatoria i cittadini di età compresa tra i 18 e i 30 anni (esclusi coloro che hanno compiuto 27 anni prima della fine del 2023 e i riservisti che hanno 28 e 29 anni). Il decreto prevede inoltre una moratoria sul servizio per i cittadini che lavorano nelle aziende informatiche, e stabilisce la liberazione dei soldati, dei marinai, dei sergenti e dei caporali che hanno già terminato il loro servizio. Il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, capo dell’organizzazione e mobilitazione dello Stato maggiore russo, ha riferito la settimana scorsa che le nuove reclute non parteciperanno alla guerra con l’Ucraina né saranno inviate nelle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, annesse nel 2022.

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