Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, monsignor Mokrzycki: si preghi in solidarietà con chi soffre

L’arcivescovo di Leopoli dei latini si è recato sul luogo dell’attacco della notte scorsa, a Lviv, nel quale sono morte sette persone, tra loro alcuni bambini. “Uniamoci in preghiera perché Dio in ogni momento può cambiare la nostra storia”

Svitlana Dukhovych e Beata Zajaczkowska – Città del Vaticano

Dopo l’attacco di martedì, 3 settembre 2024, nel quale la Russia ha colpito con missili balistici un istituto per la formazione militare e un ospedale a Poltava (capoluogo di una regione centrale dell’Ucraina) e in cui sono morte 53 persone e 271 sono rimaste ferite, in un altro attacco missilistico, all’alba di stamani, 4 settembre, i russi hanno colpito Lviv, nell’ovest del Paese. Sette persone hanno perso la vita, tra loro tre bambini.

Il sindaco di Lviv, Andriy Sadovyi, ha postato su Telegram la foto di una famiglia scrivendo che l’uomo, unico sopravvissuto, è rimasto gravemente ferito. Sua moglie Yevhenia e le loro tre figlie, Yaryna di 21 anni, Daria di 18 e la più piccola Emilia, sono morte nell’attacco alla loro casa. L’università cattolica di Lviv ha pubblicato su Facebook un post in cui si legge che Daria era  loro studentessa, al secondo anno del programma di Studi Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Sul luogo dell’attacco si è subito recato anche monsignor Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli dei latini.

Eccellenza, lei personalmente è andato sul luogo dell’attacco per dare supporto e conforto alla popolazione …

Ogni giorno abbiamo allarmi due o tre volte. Anche questa notte, alle ore quattro di mattina, abbiamo sentito sirene. Spesso non ci sono questi attacchi qui a Leopoli, ma stanotte purtroppo, i missili sono caduti nella città, vicino alla stazione ferroviaria. Hanno distrutto due-tre palazzi dove viveva la gente e purtroppo sono morti sette persone, fra di loro anche tre bambini. Sono stati danneggiati altri palazzi, distrutte le finestre, le porte e tante macchine. La gente ha sofferto questo trauma. Anch’io sono andato lì. Stamattina ho visitato due comunità religiose delle nostre suore, Suore francescane della famiglia di Maria, e Suore Honoratki (Piccole Suore del Cuore Immacolato di Maria ndr). Anche nella loro casa sono distrutte le finestre, le porte. Grazie a Dio loro si sono nascoste nel bagno e nessuna è rimasta ferita. E questi traumi la gente in Ucraina li vive ogni giorno. Noi preghiamo affinché arrivi questa pace desiderata da tanto tempo.

Quale significato ha per le persone vedere e sentire il supporto dei sacerdoti e dei religiosi nei momenti e nei luoghi del dolore così grande?

Di solito la gente si avvicina a loro e chiede la benedizione, chiede la preghiera e spesso anche i nostri soldati chiedono la confessione. Ma soprattutto, loro apprezzano la presenza dei sacerdoti e dei religiosi nei momenti difficili, tragici, della loro vita, momenti come questo. Anche perché spesso possiamo dare anche l’estrema unzione alle persone che stanno morendo. Io anche sono andato sul luogo dell’attacco, per stare vicino alle nostre suore, per assicurare loro che ci saremo anche con l’aiuto materiale. Ho parlato anche con altre persone, per dare conforto e speranza.

Come stanno le suore? Si sono spaventate molto?

Sì, fino ad un certo punto siamo abituati a questi allarmi, ma stavolta volta, le suore hanno raccontato che hanno sentito un forte boato e poi hanno visto una grande luce come se si trattasse di una bomba nucleare. In quel momento mancavano anche le parole per avvisare le altre suore. Così quasi tutte si sono trovate nel corridoio per poi nascondersi nel bagno, perché non c’era tempo per scendere nel rifugio sotto casa.

In questo momento così tragico, cosa vorrebbe dire ai cattolici in altri Paesi del mondo?

Noi vediamo che questa guerra non è soltanto fra i soldati russi e ucraini. Purtroppo la Russia sta attaccando la gente civile per fare paura, per creare il trauma in tutto il Paese. Noi invitiamo tutti i nostri fedeli, e anche la gente di buona volontà, ad unirsi nella preghiera per chiedere la misericordia di Dio e in solidarietà con chi ha sofferto, con chi ha perso i propri cari, con chi ha perso la propria casa. Chiediamo, soprattutto, di unirsi nella preghiera, perché sappiamo che Dio in ogni momento può cambiare la nostra storia.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti