Biden, Scholz, Macron e Starmer ribadiscono il sostegno agli ucraini e l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura. La Corea del Nord invia 12mila soldati in appoggio a Mosca, un contingente di Pyongyang sarebbe già arrivato a Vladivostok per iniziare l’addestramento
Gianmarco Murroni – Città del Vaticano
Da Berlino, Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Keir Starmer ribadiscono il sostegno di Usa, Francia, Germania e Gran Bretagba all’Ucraina. I leader condannano la continua guerra di aggressione della Russia contro Kyiv, discutendo i piani per fornire all’Ucraina ulteriore sicurezza, assistenza economica e umanitaria, nonché il piano di vittoria del presidente Zelensky, confermando la loro determinazione a continuare a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi per garantire una pace giusta e duratura, basata, si legge in un comunicato congiunto “sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale”.
Il contingente di Pyongyang
Migliaia di soldati nordcoreani si apprestano a scendere sul campo di battaglia nel conflitto tra Russia e Ucraina, al fianco delle forze di Putin. Un contingente di forze speciali di Pyongyang sarebbe già arrivato a Vladivostok, nell’Estremo oriente russo, per iniziare l’addestramento. Complessivamente, il leader nordcoreano Kim Jong-un “ha deciso di inviare quattro brigate per un totale di 12.000 soldati a sostegno di Mosca”, secondo quanto afferma un rapporto dettagliato dei servizi segreti sudcoreani.
Denuncia di Kyiv
Corredato dalle immagini satellitari, il dossier arriva all’indomani della denuncia di Zelensky, a margine del Consiglio europeo, che aveva parlato di migliaia di soldati dalla Corea del Nord già in fase di addestramento. “Sarebbe il primo passo verso una guerra mondiale”, aveva avvertito il presidente ucraino. “La Corea del Nord – ha commentato, invece, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha – sostiene l’aggressione della Russia contro l’Ucraina con armi ed effettivi. Noi esigiamo una reazione immediata e forte della comunità euroatlantica e mondiale”.
Reazione internazionale
Dall’Unione europea, il portavoce della Commissione Peter Stano ha ventilato contromisure: “Il continuo supporto militare della Corea del Nord alla Russia sarà affrontato con una risposta appropriata”. Più cauto il segretario generale della Nato Mark Rutte, che ha ribadito, dopo l’incontro dei ministri della Difesa dell’Alleanza a Bruxelles, di non poter confermare l’invio dei soldati nordcoreani, “ma questo potrebbe cambiare”, ha avvertito. Per Seul i legami militari tra Pyongyang e Mosca rappresentano una “significativa minaccia alla sicurezza anche per la comunità internazionale”.
Scambio di prigionieri
Sul campo, si segnala uno scambio di prigionieri tra Mosca e Kyiv: la Russia ha ricevuto 95 militari russi dal territorio controllato dall’Ucraina, in cambio sono stati liberati 95 prigionieri di guerra delle Forze armate ucraine. Il Ministero della Difesa di Mosca ha chiarito che “attualmente tutto il personale militare russo si trova sul territorio della Repubblica di Bielorussia, dove riceve la necessaria assistenza psicologica e medica, nonché la possibilità di contattare i parenti. Il personale militare rilasciato dalla prigionia sarà portato in patria per le cure”. Il dipartimento militare russo ha sottolineato, inoltre, che “gli Emirati Arabi Uniti hanno fornito sforzi di mediazione umanitaria”.