Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, l’aiuto della Chiesa cattolica alle vittime della guerra

Michele Raviart – Città del Vaticano

Già da poche settimane dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, alcune delle più importanti organizzazioni cattoliche che si occupano anche di assistenza umanitaria – come Caritas, Il servizio dei gesuiti dei rifugiati (JRS) e il Sovrano ordine di Malta – così come anche i vescovi europei della CCEE e quelli dell’Unione europea della Comece, hanno deciso di coordinare i loro sforzi nel raccogliere informazioni e nell’aiuto alle persone vittime della guerra o costrette a fuggire dal loro Paese. Catholic Response for Ukraine (CR4U) è la sigla in cui si sono riuniti e sotto cui il gruppo di lavoro, ogni settimana, pubblicano un report con gli aggiornamenti sul terreno, la situazione umanitaria, l’assistenza spirituale così come gli appelli alla pace di Papa Francesco.

Il bisogno di aiuti per affrontare l’inverno

A coordinare la CR4U, che si è riunito in questi giorni a Roma per fare il punto sugli aiuti in Ucraina in vista dell’inverno è la Commissione cattolica internazionale per le migrazioni di Ginevra. Al suo segretario, monsignor Roberto Vitillo, Thaddeus Jones ha chiesto degli impegni futuri per affrontare l’emergenza.

Ascolta l’intervista a monsignor Robert Vitillo

Come è andata la riunione a Roma?

Il nostro gruppo di lavoro esiste da marzo di quest’anno e circa ogni due settimane ci riuniamo per fare il punto della situazione in Ucraina e nei Paesi che ospitano i rifugiati. Questa volta ci siamo riuniti per due giorni per una pianificazione strategica del futuro, soprattutto in vista dell’inverno che arriverà tra poco, con mancanza di riscaldamento e mancanza di case. Poi abbiamo fatto una valutazione delle risposte di tutte le organizzazioni cattoliche a questo disastro e a questa emergenza. Abbiamo anche cercato di anticipare il futuro: quando arriverà la pace come potremo aiutare gli ucraini con lo sviluppo e la ricostruzione delle loro case e della loro società? Abbiamo visto quali sono i bisogni e c’è ancora bisogno di cibo e di materiale sanitario. L’istruzione è molto importante per i bambini, ma molte scuole sono distrutte in Ucraina e molti rifugiati non vogliono iscrivere i loro bambini nei Paesi ospitanti perché hanno intenzione di tornare in Ucraina e dunque dobbiamo facilitare la possibilità degli alunni di seguire i corsi in Ucraina a distanza. Poi anche c’è bisogno di accompagnamento per la salute mentale e di programmi psico-sociali perché la gente soffre molto per questo trauma. E poi c’è anche l’accompagnamento spirituale. Anche le persone che non credevano prima adesso vedono la risposta della Chiesa cattolica e delle Chiese in generale e sono interessate ad esplorare la loro anima.

Cosa consiglia alle persone? Che cosa possono fare anche all’esterno della Chiesa per aiutare l’Ucraina?

Prima la preghiera, perché dobbiamo pregare per la pace. Papa Francesco ce lo ricorda sempre. Poi bisogna cercare di influenzare e di insistere con i nostri governi affinchè sviluppino la volontà politica di incoraggiare il dialogo per far finire questa guerra che distrugge tanto. Poi ci sono molti professionisti che possono fornire assistenza tecnica nei loro campi di competenza, a distanza o anche come volontari in Ucraina e nei Paesi che ospitano i rifugiati. E infine possono donare denaro, perché c’è bisogno di aiuto finanziario. Durante queste riunioni tutti i membri del gruppo di lavoro hanno riconosciuto di aver raccolto molto denaro, ma c’è ancora bisogno di molto per rispondere alle esigenza, soprattutto in vista dell’inverno.

La gente in Ucraina ha ancora speranza anche se ha visto tante situazioni disperate?

Le persone, quando ho visitato l’Ucraina lo scorso luglio, mi hanno detto che prima di tutto vogliono continuare a preservare la loro identità come Ucraini e si sentono di avere il diritto a questo. Dall’altra parte vogliono la pace e devono trovare il modo in Ucraina e in tutto il mondo di incoraggiare il dialogo e di trovare la pace,

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