Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Il Movimento Europeo di Azione Nonviolenta propone una via alternativa in concomitanza con la fase di stallo della diplomazia. Lunedì 11 luglio è stata convocata a Kiev una marcia per chiedere, attraverso una massiccia presenza internazionale, l’immediato cessate il fuoco, ma anche l’avvio di un’azione umanitaria più ampia, coordinata e a lungo termine. Tutto questo mentre in Ucraina continua a infuriare la guerra: in Donbass, in particolare, le forze russe, dopo aver assunto il controllo di Lugansk, puntano ora su Sloviansk, altra città strategica per l’accesso alla costagià sottoposta a pensanti bombardamenti.
La difficile resistenza ucraina
Evidenti le difficoltà in questo momento nel fronte ucraino a contrapporsi all’avanzata russa, ammesse dallo stesso presidente Zelenski. La fornitura di armamenti, promessa dall’occidente, non sta dando i frutti sperati; forse, secondo gli osservatori, anche per la difficoltà del personale militare ucraino ad utilizzare strumentazioni sofisticate per il funzionamento delle quali occorre un certo tempo di addestramento
Svezia, Finlandia e la Nato
Si alza intanto la tensione tra Mosca e Paesi Nato per la firma ufficiate, ieri, dei protocolli di adesione all’Alleanza Atlantica da parte di Svezia e Finlandia, con il Canada primo Stato a ratificare la richiesta. A margine della questione, la richiesta della Turchia di estradare ad Ankara i dissidenti curdi che hanno trovato accoglienza nei due Paesi scandinavi. Intanto cresce la preoccupazione ai confini occidentali russi. La Lettonia in via preventiva ha reinserito il servizio militare obbligatorio.