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Il Papa parla da pastore che difende ogni vita umana, non da politico. E questa è la corretta lettura da dare anche ai suoi numerosi interventi sulla guerra in Ucraina. Lo afferma un comunicato della Santa Sede, che arriva a una settimana dalle parole di Francesco all’udienza di mercoledì 24 agosto e al suo cenno all’attentato nel quale ha perso la vita in Russia la figlia di Dughin. Parole che hanno suscitato reazioni polemiche anche a livello politico e istituzionale in Ucraina.
“Nel contesto della guerra in Ucraina – si legge nel comunicato della Santa Sede – sono numerosi gli interventi del Santo Padre Francesco e dei suoi collaboratori al riguardo. Essi hanno come finalità per lo più quella di invitare i Pastori ed i fedeli alla preghiera, e tutte le persone di buona volontà alla solidarietà e agli sforzi per ricostruire la pace”.
“In più di un’occasione, come anche nei giorni recenti, sono sorte discussioni pubbliche sul significato politico da attribuire a tali interventi. A tale riguardo, si ribadisce che le parole del Santo Padre su questa drammatica questione vanno lette come una voce alzata in difesa della vita umana e dei valori connessi ad essa, e non come prese di posizione politica”.
“Quanto alla guerra di ampie dimensioni in Ucraina, iniziata dalla Federazione Russa – conclude il comunicato – gli interventi del Santo Padre Francesco sono chiari e univoci nel condannarla come moralmente ingiusta, inaccettabile, barbara, insensata, ripugnante e sacrilega”.