Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, la Nato smentisce l’ipotesi di cedere territori a Mosca

Mentre continua la guerra tra Mosca e Kyiv, la Nato frena sulla proposta di un suo rappresentante di cedere territori alla Russia in cambio dell’ingresso nell’Alleanza dell’Ucraina. L’india intanto esclude Kyiv dal prossimo G20 e lascia aperto l’invito al summit per Mosca. L’Onu dichiara che sono circa 10mila i civili uccisi dall’inizio del conflitto, uno su venti è un bambino

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

“La nostra posizione sul sostegno alla sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina è chiara e non è cambiata”, ha dichiarato da un portavoce dell’Allenza Atlantica, dopo le polemiche suscitate dalle parole del funzionario Nato Stian Jenssen, secondo cui una via per entare nella rosa dei Paesi del Patto Atlantico potrebbe essere stata la cessione, da parte dell’Ucraina , di territori alla Russia  “Sarà Kyiv a decidere quando e quali saranno le condizioni di pace” ha aggiunto. Durissima la risposta del consigliere presidenziale Podoliak: “Scambiare territori per un ombrello Nato? È ridicolo. Ciò significa scegliere deliberatamente lasconfitta della democrazia, incoraggiare un criminale globale, preservare il regime russo, distruggere il diritto internazionale e tramandare la guerra ad altre generazioni”.

Il no dell’India alla partecipazione dell’Ucraina al G20

Spetta al Paese ospitate il summit, decidere quali Stati non membri invitare ed al prossimo G20, che si terrà a Nuova Dehli questo autunno, l’India ha deciso che l’Ucraina sarà assente, mentre resta aperta la porta alla Russia, nonostante i molti appelli a lasciar fuori il Cremlino dal Gruppo. Mosca dovrebbe invece partecipare e una fonte del Cremlino ha riferito che Putin non ha ancora escluso la possibilità di presenziare di persona. Kyiv era stata invitata al summit in indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone ad inizio 2023.

Sul territorio si continua a combattere

La difesa ucraina ha segnalato l’attacco di un gruppo di droni al porto di Izmail, al confine con la Romania, da dove passava un quarto delle esportazioni di grano del Paese, prima che la Russia si tirasse fuori dall’accordo. Ora i porti sul Danubio, compreso Izmail, sono l’unica via per le esportazioni perchè garantiscono il trasito attraverso il porto rumeno di Costanza. Sul fronte opposto si segnalano invece attacchi di droni sulla regione di Kaluga, confinante a nord con quella di Mosca.

Il report dell’Onu sulle vittime del conflitto

L’alto commissiarito Onu per i diritti umani rende noto che sono circa 10mila i morti dal’inizio del conflitto, tra questi 500 sarebbero bambini. Nel rapporto, pubblicato il 15 agosto, si legge che i numeri delle vittime e dei feriti è comunque incerto perche non si ha contezza del bilancio delle vittime in molte regioni e città, specialmente in quelle occupate dai russi. Secondo i dati, il maggior numero di morti si conta nelle regioni ucraine bombardate dai russi e difese dall’esercito ucraino.

 

 

 

 

 

 

 

 

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