Marco Guerra – Città del Vaticano
Caritas-Spes Ucraina è in prima fila per garantire il funzionamento dei corridoi umanitari che fino ad ora hanno portato in salvo oltre un milione e mazzo di profughi ucraini oltre confine. Un esodo che le Nazioni Unite hanno definito il più veloce in Europa da dopo la Seconda Guerra mondiale.
I centri della Caritas
Particolare attenzione viene posta nei confronti dei minori: gli operatori della Chiesa greco-cattolica ucraina, a rischio della propria vita, organizzano e prendono parte ai trasferimenti di migliaia di madri con bambini, dalle zone di conflitto alle regioni occidentali dell’Ucraina che confinano con i Paesi dell’Unione Europea. In queste aree dell’Ucraina dell’ovest sono stati allestiti due centri di accoglienza dedicati ai bambini, quello di Ivano-Frankivs’k e quello di Pulmo, entrambi vicini alla Polonia. Da queste strutture i piccoli ospiti e le loro mamme vengono poi smistati nei diversi Paesi d’Europa dove trovano accoglienza.
Padre Grynevych: stiamo effettuando evacuazione dei bambini
“La situazione è molto pericolosa stiamo organizzando numerose evacuazioni di mamme e bambini dalle zone di guerra e in uno dei nostri centri ci abbiamo più di 200 bambini”, racconta a VaticanNews Padre Venceslao Grynevych, direttore esecutivo Caritas-Spes Ucraina, “abbiamo costruito un sistema logistico insieme alle Caritas della Polonia e della Slovacchia per trasferire questi bambini”. Padre Venceslao spiega che le evacuazioni avvengono con diversi mezzi – treni, pullman, automobili private – a seconda del rischio dell’area di evacuazione, “siamo molto flessibili per rispondere alle varie necessità”.
Corridoi umanitari a rischio
Il direttore della Caritas-Spes ricorda però che i corridoi umanitari per uscire dalle città assediate “non sono garantiti” e si corrono molti rischi: “Anche la Croce Rossa ha gli stessi nostri problemi, noi abbiamo la possibilità di evacuare tanti bambini da Mariupol ma non possiamo garantire la sicurezza, è tutto molto pericoloso”. Quindi tanti minori rimangono ancora nelle zone di guerra e tante richieste di aiuto arrivano alla Caritas. Intanto nei principali centri di accoglienza dei bambini, quelli ad Ivano-Frankivs’k e Pulmo, si sta cercando di capire come e dove trasferire i minori oltre frontiera. Padre Grynevych racconta anche della paura che si legge negli occhi di questi bambini ospitati nelle strutture della Caritas: “Dopo una settimana dei rifugi anti-aerei questi bambini sono terrorizzati e non si staccano dalle madri e queste madri, a loro volta, sono sempre collegate ai loro cellulari per avere informazioni sui mariti che sono rimasti al fronte a combattere”. In questo momento Caritas sta organizzando anche attività didattiche, di animazione e di supporto psicologico e spirituale rivolte a queste famiglie.
Padre Vladimiro e l’accoglienza in Romagna
Intanto sono già migliaia i bambini e le madri che sono stati ospitati da diverse strutture religiose di tutta Italia. E proprio dal centro Caritas ucraino di Ivano-Frankivs’k arrivano 12 bambini, di cui 10 orfani, che sabato scorso hanno raggiunto la Chiesa dei Santi Apollinare e Pio V a Cattolica, in provincia di Rimini. La loro accoglienza è stata organizzata da padre Vladimiro, sacerdote ucraino e direttore della Caritas dell’Esarcato Cattolico degli ucraini residenti in Italia. “I piccoli, cinque bimbi e sette bimbe, sono stati ospitati dalla chiesa dei frati francescani, ma anche il sindaco e tutta la comunità locale si stanno dando da fare per garantire loro accoglienza e integrazione”, racconta padre Valdimiro, che riferisce anche dello shock vissuto da questi orfani che ancora sentono nelle loro orecchie il fischio delle bombe e il rumore sire dall’allarme.
L’inserimento degli orfani ucraini in Italia
“L’accoglienza è stata ottima, ai ragazzi non manca nulla – racconta ancora padre Vladimiro – tante famiglie hanno espresso la disponibilità a ospitarli, ma preferiamo tenerli tutti insieme perché così è più facile gestire le loro necessità. Si sono già inseriti nella nostra comunità ucraina qui a Cattolica e domenica hanno preso parte alla Liturgia”. Il religioso dell’Esarcato cattolico ucraino ci tiene a sottolineare la grande solidarietà profusa delle istituzioni, dalle comunità e delle famiglie italiane: “Faremo un incontro con il sindaco e altre autorità competenti per garantire anche l’attività scolastica a questi ragazzi, poi ci sono le proposte che arrivano da diverse realtà per inserirli nel tessuto sociale, stiamo quindi organizzando diverse attività con gli scout ed altre associazioni per dare loro un po’ di serenità”.