Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, il Papa: la Santa Sede pronta a favorire ogni sforzo per lo scambio dei prigionieri

Francesco, nei saluti dopo la recita del Regina Caeli, ha lanciato l’ennesimo appello affinché si arrivi ad una liberazione dei detenuti di ambo le parti nel conflitto tra Kyiv e Mosca, anche attraverso l’aiuto del Vaticano. Pressante la richiesta di preghiere per la pace in Ucraina, in Palestina e Israele e Myanmar

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

La richiesta di preghiere per la pace in Ucraina, in Palestina e Israele e Myanmar, e soprattutto un appello affinché ci sia uno scambio di pionieri tra Mosca e Kyiv, anche attraverso l’aiuto della Santa Sede. Il Papa, nei saluti dopo il Regina Caeli, ancora una volta pensa a quanti soffrono per i conflitti con lo sguardo rivolto alla violenza che sta insanguinando una parte dell’Europa.

Mentre celebriamo l’ascensione del Signore risorto che ci rende liberi e ci vuole liberi rinnovo il mio appello per uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina assicurando la disponibilità della Santa Sede a favorire ogni sforzo a tale riguardo soprattutto per quelli gravemente feriti e malati

Gli scambi di prigionieri

Finora Russia e Ucraina hanno effettuato oltre 50 scambi di prigionieri dall’inizio della guerra. Si tratta di alcune migliaia di prigionieri che sono stati liberati da entrambe le parti. L’ultimo scambio noto risale all’8 febbraio scorso. In quella occasione il presidente ucraino Zelensky indicò in 3.135 gli ucraini liberati.

Gli appelli del Papa

All’Urbi et Orbi dello scorso 31 marzo, Francesco aveva lanciato un appello ad aprire una via di pace per le popolazioni vittime di tutti i conflitti, a cominciare da Israele, Palestina e Ucraina. Anche in quella occasione il Papa aveva auspicato uno “scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina”. Lo scorso 17 aprile, durante l’udienza generale, il Pontefice era tornato a parlare dei prigionieri di guerra, invocando il Signore per muovere “la volontà per liberarli tutti”. Il Papa aveva quindi fatto un chiaro riferimento alla tortura dei pionieri definendola “una cosa bruttissima, non umana”.

La missione di Zuppi

Parte fondamentale della missione di pace in Ucraina affidata dal Papa al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, riguardava proprio lo scambio di prigionieri e il rimpatrio dei bambini ucraini dalla Russia.
 

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