Ucraina, il Papa: dolore per il forte attacco missilistico, evitare ogni escalation

Vatican News

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Istanbul e la “martoriata” Ucraina. Una lunga scia sangue, frutto di brutali violenze, attraversa il Bosforo e lega le vittime dell’attacco terroristico del 13 novembre nel quartiere Taksim agli abitanti di Kiev, Leopoli e di altre città ucraine, sopra i quali è caduta nelle scorse ore una pioggia di oltre cento missili. Due dei quali – al momento, sembra, frammenti – nel tardo pomeriggio di ieri avrebbero colpito il villaggio di Przewodów, in Polonia, uccidendo due persone. Una notizia, sul quale sono in corso indagini per stabilire la provenienza dei razzi, che ha suscitato ieri un’ondata di terrore generale per il rischio di un’immediata risposta che porterebbe a un’escalation in scala globale.

Prevalga il desiderio di pace 

Ed è proprio l’escalation del conflitto che Francesco chiede di evitare nel suo appello al termine dell’udienza generale. “Ho appreso con dolore e con preoccupazione la notizia di un nuovo e ancor più forte attacco missilistico sull’Ucraina che ha causato morti e danni a molte infrastrutture civili”, dice il Papa.

Preghiamo affinché il Signore converta i cuori di chi ancora punta sulla guerra e faccia prevalere per la martoriata Ucraina il desiderio di pace, per evitare ogni escalation e aprire la strada al cessate il fuoco e al dialogo.

Preghiamo per l’Ucraina: “Affrettati, Signore”

Come sempre da ormai nove mesi in ogni intervento pubblico – dall’Angelus all’omelia, dalla catechesi al messaggio scritto – Francesco chiede quindi preghiere per questa terra che, con un ormai consolidato epiteto, definisce “martoriata Ucraina”.

La nostra incessante preghiera è anche per la martoriata Ucraina: il Signore dia agli ucraini consolazione, fortezza nella prova e speranza di pace. Possiamo pregare per l’Ucraina dicendo: “Affrettati Signore”

Il pensiero per le vittime di Istanbul

Non manca, nei pensieri del Vescovo di Roma, la denuncia per il dramma consumato due giorni fa nella cuore della città turca di Istanbul, dove un attentato kamikaze in una delle zone centrali ha ucciso otto persone e ferito oltre 80.

“Elevo la mia preghiera per le vittime innocenti dell’attacco terroristico avvenuto nei giorni scorsi a Istanbul”

Il Papa ribadisce la sua vicinanza già espressa ieri, nel telegramma al nunzio apostolico in Turchia, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, nel quale esortava anche il popolo turco a non farsi scoraggiare dalla violenza nel “costruire una società basata sui valori della fraternità, della giustizia e della pace”. 

La speranza in Cristo

Questa speranza il Papa la affida a Gesù Cristo. Nei saluti ai fedeli in lingua tedesca presenti in Piazza San Pietro, il Pontefice ricorda la Solennità di Cristo Re che si celebrerà domenica prossima: “Affidiamoci al Signore della storia – dice – in tutte le tribolazioni del nostro tempo, nella certezza che sul trono della Croce egli ha sconfitto il male e la morte”.

Ancora un pensiero per l’Ucraina e gli altri conflitti che si consumano nel mondo nel saluto ai pellegrini polacchi. Tra loro i membri della Fondazione SOAR e un gruppo di artisti dell’Ucraina, appunto, della Polonia, di Israele e di altri Paesi, partecipanti al Festival dei Salmi di Davide e giunti a Roma per presentare il concerto “Salmi di pace e di misericordia”. “Auguro che quest’evento artistico e spirituale – conclude Francesco – favorisca propositi e progetti di fratellanza e di concordia”.