Fausta Speranza – Città del Vaticano
Almeno 238 civili sono stati uccisi e 772 sono rimasti feriti nella regione di Donetsk dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il 24 febbraio. Lo rendono noto fonti di Kiev aggiungendo che, oltre al Donetsk, anche le regioni di Kharkiv e Zaporizhzhia continuano ad essere sotto attacco. Al cinquantesimo giorno dall’invasione, non c’è tregua nel sud est dell’Ucraina e non c’è chiarezza sulle notizie che giungono dal Mar Nero sull’incrociatore russo. Mosca annuncia di aver preso il controllo della città portuale assediata da settimane, Kiev smentisce. Secondo Mosca, la grande nave da guerra denominata Mosca – con 500 militari e 16 missili da crociera antinave – è stata danneggiata da un’esplosione di munizioni in seguito ad un incendio a bordo. Kiev afferma di averla colpita ieri con due missili al largo di Odessa. In ogni caso, la perdita dell’incrociatore rappresenta un colpo per i militari russi. Le agenzie di stampa russe riferiscono che aveva a bordo 16 missili da crociera antinave Vulkan che hanno una gittata di almeno 700 chilometri. Non per questo la città è stata risparmiata nelle ultime ore: almeno due le esplosioni non lontano dal porto di Odessa.
Confini Nato
Da Mosca si risponde intanto alle dichiarazioni di Svezia e Finlandia sull’ingresso alla Nato: Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza, sottolinea che la Russia rafforzerà i suoi confini occidentali. Mentre gli Stati Uniti promettono nuovi aiuti militari a Kiev per un valore di 800 milioni di dollari.
Il lavoro diplomatico
Al tavolo dei negoziati intanto, Ankara assicura che si lavora ad un incontro tra i presidenti Putin e Zelensky. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. “Stiamo negoziando con le parti e ci stiamo adoperando per organizzare un incontro”, ha detto in un’intervista a NTV. Secondo Cavusoglu, lo svolgimento dell’incontro dipende dal consenso del leader russo. “Dipende dai due leader che dicano ‘si’ ”, in particolare Putin che dica ‘si’ ”. E Putin non ha detto ‘no’ all’incontro. A questo proposito, proseguono intensi negoziati tra le delegazioni”.
Da parte sua, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, fa sapere che al momento non ci sono informazioni sulle prospettive del proseguimento dei colloqui con l’Ucraina in un formato faccia a faccia e la Bielorussia potrebbe diventare la piattaforma favorita. “Dal nostro punto di vista, la Bielorussia sarebbe un ottimo posto per i negoziati. Ma sapete che per questo è necessario anche il punto di vista della squadra ucraina”, ha detto Peskov. A una domanda chiarificatrice se ci sano informazioni sulla continuazione dei negoziati in presenza, Peskov ha risposto: “No, non ancora”.
Il flusso dei rientri
Quasi un milione di ucraini che avevano lasciato l’Ucraina nelle settimane iniziali dell’invasione sono rientrati intanti in patria: lo ha reso noto il servizio di frontiera ucraino. Sono rientrati circa 870mila ucraini, a un ritmo di 25mila/30mila al giorno. Secondo l’Onu, oltre 4,5 milioni di persone hanno lasciato il Paese dall’inizio della guerra.