Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, continua il flusso dei profughi. Lodeserto: la nostra “trincea della carità”

L’intervista al vicario generale a Chisinau: “In tanti hanno perso la casa, tutto quello che avevano, e noi diamo non solo un posto letto ma anche assistenza psicologica e medica. La Moldavia è diventata un punto di partenza per l’Europa”

Alessandro Guarasci – Città del Vaticano

“Per milioni di rifugiati e sfollati nel mondo sta per iniziare il periodo più difficile dell’anno, l’’inverno”. Così in una nota l’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, che fa notare come “con oltre 6,2 milioni di rifugiati e più di 5 milioni di sfollati interni, l’Ucraina si appresta a vivere la sua seconda stagione fredda. In Ucraina le temperature invernali possono scendere parecchi gradi sotto le zero. Moltissime case sono state danneggiate o distrutte dai bombardamenti. Non tutti i danni causati alle infrastrutture energetiche e di riscaldamento lo scorso inverno sono stati riparati e c’è un alto rischio che vengano attaccate di nuovo”. Da Chisinau, in Moldavia, il vicario apostolico monsignor Cesare Lodeserto parla di un nuovo flusso di profughi.

Ascolta l’intervista a monsignor Cesare Lodeserto

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/11/03/14/137429869_F137429869.mp3

Almeno 118 villaggi bombardati dai russi lo stesso giorno

Lodeserto fa notare che “la guerra in Ucraina muove i suoi passi normalmente. Anzi in questo periodo le forse russe stanno incentivando molto di più i bombardamenti, 118 villaggi sono stati colpiti contemporaneamente. Quindi verso la Moldavia ormai c’è una migrazione circolare di persone che escono fuori dall’Ucraina e aspettano i tempi migliori per poter rientrare. Ma molte volte rientrando non trovano più quello hanno lasciato e allora la nostra accoglienza diventa una base di partenza verso l’Europa. Di fatto è così, e noi lo vediamo dall’aeroporto di Chisinau che è totalmente in mano alla popolazione ucraina, vediamo la gente che parte, va via. Sono sempre donne anziane e bambini”.

Per i rifugiati non solo un letto e un pasto

Dunque il flusso di profughi non si ferma, e risente in modo importante anche dei combattimenti. D’altronde il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov ha detto che la guerra va avanti fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi. Lodeserto fa notare che “cambiano anche i metodi di accoglienza, perché ormai non si tratta solamente di dare un letto per dormire e un pasto. L’accoglienza è diventata ormai assistenza sanitaria, assistenza psicologica, integrazione in cerca di lavoro, inserimento nella scuola dei bambini. Cioè aspetti fondamentali nella vita dei rifugiati”.

Al Regina Pacis di Chisinau ogni giorno 800 ucraini

La Moldavia, da quando è scoppiata la guerra, è diventata un punto di riferimento soprattutto per chi fugge dal sud dell’Ucraina, in sostanza dalle zone di Odessa e dintorni. E il centro della fondazione Regina Pacis a Chisinau si è mobilitato dall’inizio del conflitto. “Anche noi qui in questo momento abbiamo soprattutto donne e bambini – sottolinea monsignor Lodeserto -, con un’utenza quotidiana di circa 800 presenze, eroghiamo servizi sanitari, servizi ecologici, voucher per gli acquisti dei viveri, voucher per acquisto di indumenti. Insomma, cerchiamo di dare un’accoglienza a 360 gradi perché la carità scorre in parallelo con le guerre, però la nostra è una trincea totalmente diversa”.

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