Marco Guerra – Città del Vaticano
Nell’undicesimo giorno dall’invasione russa, in Ucraina resta drammatica la situazione sul terreno. Nella mattinata di oggi ci sono stati pesanti bombardamenti a ovest e a nord-ovest di Kiev. Si ha al momento indicazione di tre morti da parte delle autorità ucraine, due sarebbero bambini, riferisce ancora la Cnn.
Oltre 1,5 milioni di profughi
I profughi fuggiti dal Paese verso le nazioni confinanti hanno superato il milione e mezzo di unità, secondo l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, si tratta della “crisi di profughi più veloce in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”. Solo nelle ultime 24 ore 129mila hanno raggiunto la Polonia. Intanto un cessate il fuoco è entrato in vigore dalle 10 del mattino (le 9 in Italia) a Mariupol per permettere di nuovo, dopo il fallito tentativo di sabato, l’evacuazione dei civili che è iniziata interno alle 12, hanno reso noto le autorità della città ucraina assediata e in parte passata sotto il controllo dalle truppe di Mosca.
La situazione sul terreno
Prosegue anche l’accerchiamento di Kiev da parte dell’esercito russo, fonti militari ucraine sostengono che unità russe stanno tentando tutto per penetrare nella periferia sud-occidentale della capitale e si dirigono anche verso la diga della centrale idroelettrica di Kaniv, a circa 150 Km a sud di Kiev. Violenti scontri sono in corso poi per il controllo città di Mykolaiv,a Sud,e Chernihiv,a Nord.
Gli sforzi diplomatici
La diplomazia internazionale intensifica gli sforzi per una soluzione che porti alla pace. Oggi il presidente turco Erdogan, parlando con Vladimir Putin, ha detto che è necessario “garantire il cessate il fuoco, aprire i corridoi umanitari e firmare il trattato di pace”. Dal canto suo Putin ha espresso la speranza che Kiev dimostri un approccio “più costruttivo” al terzo round di colloqui in Bielorussia che si aprirà domani, afferma il Cremlino in una nota citata da Tass. Sempre in mattinata si è tenuto il quarto colloquio telefonico fra il presidente francese Macron e Putin. Intanto prosegue l’azione diplomatica di Israele con il premier Naftali Bennett che ha parlato nuovamente con il presidente ucraino Volodymyr Zelenski: si tratta della loro terza conversazione in due giorni. Ieri Bennet è stato protagonista di una mediazione prima con la visita a Mosca per discutere la crisi ucraina con il presidente russo Vladimir Putin e poi con l’incontro a Berlino per un colloquio con il cancelliere Sholtz. Sempre nelle ultime 24 ore il presidente Usa Joe Biden ha parlato con Zelensky, assicurando sicurezza, assistenza finanziaria e sanzioni alla Russia. Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni Usa su Venezuela e India per isolare ulteriormente la Russia.
Mattarella a messa a Santa Sofia
Nella corniche degli sforzi diplomatici e dei gesti di solidarietà nei confronti dell’Ucraina, questa mattina il presidente italiano Sergio Mattarella si è recato presso la Basilica di Santa Sofia a Roma, chiesa Ucraina cattolica, per prendere parte alla Messa. Dopo aver preso parte alla celebrazione, Mattarella ha detto “faremo tutto quello che si può” a Don Marco Yaroslav Semehen, il sacerdote e presidente dell’Associazione religiosa “Santa Sofia”. Don Marco ha quindi ringraziato il presidente della Repubblica e tutto il popolo italiano per gli aiuti umanitari che sta mettendo in campo.