Le forze di Putin hanno preso il controllo completo sulla città nella regione di Donetsk. Il generale ucraino Oleksandr Tarnavskyi afferma che la conquista ha causato alla Russia la perdita di oltre 47 mila soldati in quattro mesi di combattimento
Gianmarco Murroni – Città del Vaticano
L’esercito russo ha preso il pieno controllo della fabbrica di coke di Avdiivka, nell’Est dell’Ucraina, secondo quanto annunciato dal ministero della Difesa russo: “Sugli edifici amministrativi dello stabilimento sono state issate le bandiere russe”, ha affermato il Ministero. Nelle scorse ore il ministro Sergei Shoigu aveva spiegato che i militari stavano lavorando per eliminare le ultime sacche di resistenza nella città. Ora le forze di Mosca stanno guadagnando terreno verso ovest. Soddisfatto il presidente russo Vladimir Putin, che ha definito l’operazione una “importante vittoria”.
La resa ucraina
Giorni fa il comandante delle forze di Kyiv, Oleksandr Tarnavskyi, aveva già annunciato il ritiro delle truppe da Avdiivka per “passare a linee di difesa più vantaggiose”. I soldati ucraini combattevano ormai da tempo in inferiorità numerica, nonostante ciò, secondo quanto dichiarato dallo stesso Tarnavskyi, le truppe russe avrebbero perso oltre 47 mila uomini da ottobre scorso, mese in cui è iniziata l’offensiva di Mosca sulla città nel Donetsk. “La battaglia continua, la cosa principale è che stiamo facendo tutto il possibile e l’impossibile per sconfiggere il male russo e proteggere quante più vite ucraine possibile”, ha affermato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.
Reazione internazionale
Immediate le reazioni internazionali in seguito alla conquista russa di Avdiivka. “Il messaggio è chiaro: abbiamo un problema russo di fronte a noi e questo rappresenta una grande sfida”, ha detto l’alto rappresentante UE per la Politica estera, Josep Borrell, durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. A esprimersi sulla vicenda anche la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib, a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri: “È essenziale essere uniti e sviluppare insieme una capacità di difesa, non solo per difendere il nostro territorio, ma anche i nostri valori”. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri della Lituania: “I russi stanno puntando tutto sulla distruzione dell’Ucraina. I Paesi che sono più vicini alla Russia capiscono che questo è ciò che accadrà: non possiamo avere mezze misure. Se l’Ucraina cade, è chiarissimo che noi saremo i prossimi”.
Aiuti a Kyiv
Intanto, la Cina ha ribadito all’Ucraina che non venderà armi alla Russia. Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un incontro a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco con la controparte Dmytro Kuleba. “La Cina non trae alcun vantaggio dalla situazione e non vende armi letali alle parti di un conflitto”, ha detto Wang. L’incontro è quello di più lato livello avvenuto finora di persona tra funzionari di Cina e Ucraina dall’aggressione militare della Russia in Ucraina. Entro settembre, invece, sono attesi a Kyiv gli aerei da combattimento statunitensi F-16. “Sarebbe immorale – afferma il presidente Usa Joe Biden – se gli Stati Uniti non assicurassero ulteriori aiuti all’Ucraina e se il Congresso non approvasse i fondi. Trovo assurda l’idea che ora stiano finendo le munizioni e che noi ce ne andiamo. Lo trovo contrario a tutto ciò che siamo”.