Ucraina, appello dei vescovi europei: serve una pace giusta

Vatican News

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

I vescovi europei, riuniti durante l’assemblea plenaria d’autunno, esprimono “profonda tristezza per le orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina dalla brutale aggressione militare dell’autorità politica russa”. Nella dichiarazione della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea si ricorda anche “il rischio di un’ulteriore espansione del conflitto in corso”: la guerra in Ucraina “ci riguarda direttamente anche come cittadini dell’Unione Europea”. 

“Il nostro pensiero – si legge ancora nel documento – va a tutti coloro che si trovano in difficoltà socioeconomiche sempre più drammatiche, a causa dell’emergenza energetica, dell’aumento dell’inflazione e dell’impennata del costo della vita”. “Soprattutto in momenti di crisi come questo, ci rendiamo conto ancora una volta che l’Unione Europea è una realtà preziosa, secondo la sua ispirazione originaria”. La dichiarazione della Comece si conclude con un appello: “In piena comunione con i numerosi appelli lanciati da Papa Francesco e dalla Santa Sede, anche noi rivolgiamo un forte appello ai responsabili dell’aggressione, affinché sospendano immediatamente le ostilità, e a tutte le parti affinché si aprano a ‘serie proposte’ per una pace giusta, in vista di una soluzione sostenibile del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”.

Putin: aperti a colloqui con Kiev ma nessun pentimento

Vasta eco stanno ricevendo, intanto, le dichiarazioni rilasciate oggi al vertice euroasiatico di Astana dal presidente russo Vladimir Putin che si è soffermato sulla guerra in Ucraina: “Siamo aperti a colloqui con Kiev, per ora non servono attacchi massicci”. Poi sulla scelta dell’invasione ha affermato: “Non mi pento, abbiamo fatto bene”. Dal capo di Stato russo è arrivato un monito anche alle potenze occidentali: “L’invio di truppe della Nato in Ucraina per un confronto diretto con l’esercito russo sarebbe molto pericoloso e potrebbe causare una catastrofe globale”. Riferendosi al presidente statunitense Joe Biden, il capo del Cremlino ha sottolineato che “incontrarlo non è necessario”. Nel corso del vertice ad Astana, Putin ha anche dichiarato che “la mobilitazione parziale finirà presto”. Verrà ”completata entro due settimane”.

L’Onu: in Ucraina violenze brutali

“Stiamo riflettendo su un approccio più strategico per assistere l’Ucraina nel 2023, sostenendo un continuo supporto considerevole, tempestivo e agevolato da parte della Commissione. Nelle prossime settimane presenteremo le nostre proposte al riguardo”, ha dichiarato invece il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, al termine della riunione informale dell’Eurogruppo a Washington. Dal fronte della guerra continuano ad arrivare notizie drammatiche: la rappresentante speciale delle Nazioni Unite, Pramila Patten, ha denunciato “casi orribili e violenze brutali”. In Ucraina gli invasori russi stanno utilizzando gli stupri come “tattica deliberata per disumanizzare le vittime”. Il numero delle persone morte in seguito al bombardamento di Mykolaiv, da parte dei militari russi il 13 ottobre, è salito a sette: a morire, oggi, in ospedale un bambino di 11 anni. Secondo Kiev, l’esercito ucraino ha riconquistato oltre 600 insediamenti nell’ultimo mese. La città di Kherson, scrive il Financial Times, potrebbe essere liberata entro dieci giorni.