Ucraina: ancora muro contro muro tra Russia e Stati Uniti

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Potrebbe esserci una parziale incursione e noi finiremo a scontrarci tra ciò che va fatto e ciò che non va fatto”, le parole pronunciate dal presidente Usa Biden nella conferenza stampa per il primo anno di mandato hanno destato preoccupazione a Kiev.

Funzionari di Kiev “sbalorditi”

L’emittente americana Cnn cita funzionari ucraini che si sono detti sbalorditi, perché hanno letto nelle affermazioni del presidente americano il fatto che, in caso di invasione russa, la risposta occidentale non sarebbe automatica. La Casa Bianca si è quindi affrettata a chiarire, spiegando che a qualsiasi attraversamento del confine ci sarà una “risposta dura e unita dagli Stati Uniti e dagli alleati”. “Se faranno ciò di cui sono capaci con le forze ammassate al confine – ha aggiunto Biden -, finirà per essere un disastro per la Russia”.

Ok al trasferimento armi in Ucraina

Il vero nodo resta quello dell’adesione di Kiev alla Nato, ipotesi che Mosca vuole scongiurare in ogni modo. Biden ha escluso un ingresso dell’Ucraina nel breve periodo, ma lascia le porte aperte dell’Alleanza Atlantica, perché “ognuno – ha detto – può scegliere con chi allearsi”. Intanto c’è massima attenzione di tutte le diplomazie. Oggi a Berlino i colloqui Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania sulla crisi, domani il segretario di Stato Usa Blinken incontra a Ginevra, in Svizzera, il ministro degli esteri russo Lavrov. E proprio da Berlino un funzionario Usa al seguito di Blinken ha riferito che Washington ha approvato la richiesta dei Paesi baltici di poter inviare armi americane all’Ucraina nel timore di un’invasione russa. Gli Usa stanno “accelerando i trasferimenti autorizzati di apparecchiature di origine statunitense provenienti da altri alleati”, ha affermato. Nel frattempo dal Forum di Davos è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affermando che, se Mosca attaccherà l’Ucraina, l’Europa imporrà massicce sanzioni “economiche-finanziarie”.

Mosca: parole Biden destabilizzanti

Questa mattina anche Mosca ha reagito alle dichiarazioni di Biden, definendole destabilizzanti. “Le dichiarazioni si ripetono senza sosta e non contribuiscono per niente ad allentare le tensioni attuali. Di più, possono contribuire a destabilizzare la situazione”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Gli fa eco la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che chiede all’Occidente di smettere di “sostenere la militarizzazione dell’Ucraina attirandola nella Nato”.

Tafuro (Ispi): Ucraina teme disinteresse Usa

“Le parole di Biden hanno suscitato una reazione così forte, perché gli alleati e l’Ucraina sanno bene che la Nato non interverrà mai militarmente per un Paese che non è suo membro, non lo prevede l’articolo 5 sulla difesa collettiva. Quindi hanno paura che gli Usa non rivolgano attenzione a questa parte del mondo”. Intervistata da Radio Vaticana-Vatican News, Eleonora Tafuro, ricercatrice dell’Ispi ed esperta di Europa orientale, si sofferma sulle reazioni alle parole del presidente americano Biden.

Ascolta l’intervista ad Eleonora Tafuro

Nessuno cede ai ricatti incrociati

Secondo la ricercatrice l’adesione dell’Ucraina alla Nato resta un’opzione difficile e ricorda la contrarietà di molti Paesi dell’Alleanza Atlantica che non vogliono turbare i rapporti con la Russia, “resta però la questione di principio della Nato – spiega ancora – che difende la sua politica di porte aperte e di opposizione al ricatto della Russia”. Per tutti questi motivi Eleonora Tafuro ritiene che ci sia una recrudescenza della “guerra ibrida”, tramite attacchi hacker e con l’esasperazione di alcune crisi sociali tra gli abitanti delle regioni a maggioranza russofona e quelle dell’Ucraina occidentale. “Dal punto di vista militare la guerra non conviene a Mosca – prosegue – però il governo russo non può rimanere fermo se le sue richieste sono ignorate, per questo è importante proseguire con il dialogo diplomatico”.

L’importanza del canale diplomatico

La ricercatrice dell’Ispi ricorda che la situazione sul terreno, nei territori contesi dalle entità separatiste del Donbass, resta fuori dal controllo dell’Ucraina, mentre proseguono i combattimenti. Tuttavia per il momento la concentrazione di truppe russe al confine resta solo una dimostrazione muscolare, ma “il problema è che in una situazione del genere – prosegue Tafuro – anche un solo episodio può creare un’escalation drammatica”. “La diplomazia ha deluso molto – afferma in conclusione – ma il solo fatto che il dialogo continui è un fattore positivo,; d’altronde la Russia non considera l’invasione come opzione preferenziale, vuole invece forzare gli Usa ad avere un confronto sull’assetto europeo di sicurezza che rispetti i timori russi”.