Chiesa Cattolica – Italiana

Trump vince anche in Nevada e sale a 301 voti

L’amministrazione Trump prende forma e l’Ue s’interroga sulle misure necessarie per rispondere ai futuri cambiamenti geo-economici. Tra le prime nomine ad essere svelate quella del nuovo Chief of staff

Stefano Leszczynski – Città del Vaticano

Se mai ci fossero stati dei dubbi circa la portata della vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi ci avrebbero pensato gli scrutini del Nevada a cancellarli. Anche qui confermata la vittoria schiacciante del tycoon e l’aggiunta di ulteriori 6 voti dei grandi elettori che portano il totale a 301 e resta ancora da concludere il conteggio in Arizona. E’ la prima volta che un candidato repubblicano vince in Nevada, ma soprattutto è qui che Trump aveva perso nel 2016 e nel 2022.

Lo “spoils system”

Intanto, in attesa che passino i 75 giorni che separano il presidente in pectore dall’insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump e il suo staff lavorano alla designazione dei 4 mila nuovi funzionari governativi che sostituiranno quelli dell’amministrazione Biden in molti posti chiave. Tra le nomine più eclatanti quella annunciata dallo stesso Trump e relativa alla promozione come “chief of staff” della direttrice della campagna Susan Wiles. “Susie Wiles mi ha appena aiutato a raggiungere una delle più grandi vittorie politiche nella storia americana, ed è stata parte integrante delle mie campagne di successo del 2016 e del 2020”, ha dichiarato il futuro presidente.

Contestazioni per l’insediamento

Nonostante l’amissione della sconfitta da parte della candidata democratica Kamala Harris e le parole del presidente uscente Joe Biden, che parlando alla nazione ha detto: “Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci. La scelta degli elettori va rispettata”. Il rischio che il passaggio dei poteri possa essere più movimentato del previsto c’è. Decine di migliaia di persone sono infatti attese a Washington il 18 gennaio, due giorni prima dell’Inauguration Day, per protestare contro Donald Trump e le priorità politiche annunciate subito dopo la vittoria elettorale. Lo scrive il Washington Post spiegando che la manifestazione, chiamata “Peoples March on Washington”, è stata indetta da organizzazioni per i diritti civili, per la giustizia razziale e la salute riproduttiva.

Le valutazioni Ue

I risultati delle presidenziali Usa continuano ad essere la questione centrale tra i temi di politica internazionale. Lo stesso vertice informale dell’Ue a Budapest ha visto tutti i leader europei interrogarsi sulle strategie che il Vecchio continente dovrà adattare alle nuove linee dettate dalle politiche statunitensi. Tra le voci più citate dai media quella dell’ex premier italiano Mario Draghi che ha espresso l’augurio che i leader europei sappiano ritrovare uno spirito unitario con cui riuscire a trovare il meglio da questi grandi cambiamenti. Perché – ha concluso Draghi- “non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa”.

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