In un comunicato pubblicato sul sito della diocesi di Civita Castellana, monsignor Salvi ha stabilito che i cosiddetti “eventi di Trevignano” non hanno nulla di soprannaturale, utilizzando la formula ecclesiale constat de non supernaturalitate e imponendo ai fedeli di non partecipare a incontri correlati e alla presunta veggente di intraprendere un cammino di purificazione
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Il vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, ha dichiarato “la non soprannaturalità” degli eventi di Trevignano, nella provincia di Roma. In un decreto pubblicato sul portale della diocesi, il presule specifica che “riguardo ai fenomeni di apparizioni e rivelazioni” della Beata Vergine Maria “asseriti dalla sig.ra Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla) e dal sig. Gianni Cardia: constat de non supernaturalitate”, pertanto, viene imposto “ai sacerdoti il divieto di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare nei luoghi degli ‘eventi’ di Trevignano o anche in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali” e alla presunta veggente e a quanti sono coinvolti a vario titolo “il rispetto e l’adesione alle sue decisioni nonché ‘la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale’”.
In un comunicato della diocesi a firma del presule, viene spiegato che la decisione che decreta “la non soprannaturalità dei fatti in questione” è stata presa dopo un congruo periodo di attento discernimento in cui sono state ascoltate le testimonianze provenienti dal territorio e durante il quale ci si è avvalsi di una Commissione di esperti in vari ambiti (teologia sistematica, diritto canonico, teologia spirituale, psicologia). La decisione è, inoltre, stata presa “considerata la figura di Maria nella Tradizione della Chiesa e nella viva fede del popolo di Dio, dopo fervida preghiera”.
Nel decreto il vescovo chiarisce che il titolo di “Madonna di Trevignano” pertanto non ha “alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile” e avverte i fedeli in merito all’obbligo “disciplinare e spirituale” che deriva da tale pronunciamento ecclesiale, in relazione all’astenersi dal partecipare e dall’organizzare incontri privati o pubblici “che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano”. Il presule impone inoltre alla sig.ra Gisella Cardia e al marito, il sig. Gianni Cardia, e a tutti i soggetti coinvolti “il rispetto e l’adesione alle decisioni del vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale”.
Monsignor Salvi, nella chiusura del decreto, tiene a ricordare anche che “la comunione di amore con la Beata Vergine Maria, Madre del Signore e della Chiesa, viene nutrita a partire dalla Parola di Dio e dalla liturgia della Chiesa, che sono il vero e reale luogo d’incontro quotidiano con Colei che ci viene donata dalla Trinità quale segno di consolazione e di sicura speranza”.
I cosiddetti “eventi di Trevignano” erano iniziati nel 2016, quando la sig.ra Gisella Cardia aveva riferito di presunte apparizioni della Madonna che sarebbero avvenute in concomitanza con altrettanto presunte lacrimazioni di sangue attribuite a una statua della Vergine Maria. Oggi con il decreto pubblicato, il vescovo della diocesi di competenza ha stabilito la non soprannaturalità dei fatti.