Trenta anni fa il martirio di don Pino Puglisi

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Domani nella Cattedrale di Palermo la Celebrazione Eucaristica in memoria del sacerdote ucciso dalla mafia. Le manifestazioni dell’arcidiocesi e del Centro “Padre Nostro”, fondato dal prete beatificato nel 2013, hanno preso il via lo scorso maggio e si concluderanno a dicembre

Alessandra Zaffiro – Palermo

La sera del 15 settembre di trenta anni fa la mafia uccideva padre Pino Puglisi nel giorno del suo 56.mo compleanno. Sacerdote della parrocchia San Gaetano, nel difficile quartiere di Brancaccio a Palermo, punto di riferimento per le famiglie e fondatore nel 1991 del Centro Padre Nostro, don Pino sorrise al suo assassino e disse: “Me lo aspettavo”.

Padre Puglisi sapeva di essere ormai nel mirino della mafia per la sua opera contro la criminalità organizzata, parlando ai giovani, togliendo la bassa manovalanza alla delinquenza. “Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche – diceva – e i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace”. La sentenza di morte decisa dalla mafia che temeva l’impegno educativo di questo pastore di frontiera, mite e sapiente, non ha fermato l’azione di don Pino.

Come ha ricordato Papa Francesco in occasione della visita pastorale a Palermo per il 25.mo del martirio di padre Puglisi: “Quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: “C’era una specie di luce in quel sorriso”.

Dieci anni fa la Beatificazione di padre Puglisi al Foro Italico

La causa per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi è iniziata a livello diocesano nel 1998, a cinque anni dal delitto, per volere del cardinale Salvatore De Giorgi, allora arcivescovo di Palermo. “Non sono un biblista, non sono un teologo, né un sociologo, sono soltanto uno che ha cercato di lavorare per il Regno di Dio”, diceva di sé don Pino Puglisi, ucciso in odium fidei, proclamato beato il 25 maggio 2013 al Foro Italico del capoluogo siciliano, prima vittima della mafia riconosciuta come martire della Chiesa.

Per l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, come afferma nel videomessaggio in occasione del 30,mo del sacrificio del beato, nel martirio in odium fidei “c’è l’eredità di Pino Puglisi per la Chiesa palermitana perché è una fede che si incarna nella concreta vita degli uomini e delle donne dove il Vangelo deve arrivare attraverso la Chiesa missionaria che ha la gioia di condividere il Vangelo, che non è solo una dottrina, ma è una bella notizia che arriva come opportunità e come forza di liberazione di tutto l’uomo. Questo è il messaggio più vero, più forte, più autentico”. Il sorriso di padre Puglisi, scolpito nella memoria dei palermitani, come il suo pensiero, “se ognuno fa qualcosa”, accompagnano, spronano, motivano, ispirano ancora oggi chi lo ricorda e si rivolge al beato con amore, devozione e gratitudine.

La lettera di Francesco nel 30.mo del martirio e l’indulgenza plenaria

A trent’anni dalla morte di don Pino Puglisi, Papa Francesco ha voluto unirsi spiritualmente alla Chiesa di Palermo inviando lo scorso agosto una lettera all’arcivescovo Corrado Lorefice, nella quale inoltre invita i sacerdoti a seguire l’esempio del martire della fede che “concluse tragicamente la sua esistenza terrena proprio in quel luogo dove aveva deciso di essere “operatore di pace”, spargendo il seme della Parola che salva, che annuncia amore e perdono in un territorio per molti “arido e sassoso”, eppure lì il Signore ha fatto crescere assieme il “grano buono e la zizzania””.

In occasione del trentesimo anniversario del martirio di padre Puglisi, su richiesta di monsignor Lorefice, Papa Francesco, ha concesso l’Indulgenza Plenaria ai fedeli e ai pellegrini che nel 2023 visiteranno i luoghi del sacerdote ucciso in odium fidei. Si potrà lucrare l’Indulgenza Plenaria alle seguenti condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. I luoghi individuati sono i seguenti: la Cattedrale di Palermo, dove riposano le spoglie del Beato, la parrocchia di San Gaetano e il Centro Padre Nostro a Brancaccio, il Centro diocesano vocazioni, la parrocchia Maria Santissima Immacolata Concezione di Godrano, dove è stato parroco, e la casa, oggi “Casa Museo Puglisi”, in cui ha vissuto e dinanzi alla quale è stato ucciso.

Le iniziative in memoria del Beato Puglisi

Una mostra fotografica, la XVIII edizione del Premio Puglisi, spettacoli e incontri anche con le scolaresche tra i tanti eventi a Palermo per ricordare don Puglisi, promossi dall’Arcidiocesi e dal Centro Padre Nostro, che si concluderanno a dicembre. Questa sera alle 21 in piazzetta Beato padre Pino Puglisi la veglia di preghiera e la fiaccolata sino al terreno dove sorgerà la nuova chiesa di Brancaccio. Domani nella Cattedrale di Palermo alle 18 la solenne Celebrazione Eucaristica concelebrata dall’Arcivescovo Corrado Lorefice e dai vescovi della Cesi. Il 20 settembre inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024 all’istituto comprensivo statale ‘Padre Pino Puglisi’ al quale è stato invitato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

In programma il 2 ottobre, presso l’aula magna della Facoltà teologica di Sicilia l’incontro sulla figura del Beato Puglisi, organizzato dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali e dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro. “I temi della Laudato si” nella spiritualità e nella attività pastorale di don Puglisi” sono i temi della tavola rotonda che avrà luogo il 25 ottobre al Rettorato Maria S.S. in Portosalvo. Il 21 dicembre il pranzo di Natale dei detenuti della casa circondariale Pagliarelli con le famiglie, a cura del Centro Padre Nostro.