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Tregua umanitaria a Rafah, mentre l’Oms denuncia la devastazione negli ospedali

Il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dichiara “fuori servizio” i due principali ospedali di Gaza City, Al-Shifa e Al-Quds. Israele annuncia per la prima volta una tregua umanitaria di quattro ore nell’agglomerato urbano di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Israele ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore nell’agglomerato urbano di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La ‘sospensione delle attività militari in quell’area è in vigore fino alle 14, ora locale. A quanto risulta è la prima volta che Israele osserva una pausa umanitaria nel settore a sud del Wadi Gaza. Intanto, secondo la radio pubblica israeliana Kan, il valico di Rafah di transito verso l’Egitto è stato aperto per consentire l’uscita di circa 500 persone in possesso di una doppia nazionalità. Oggi è previsto l’ingresso di 85 camion di aiuti umanitari.

I trasferimenti da Nord a Sud

Le Forze di difesa israeliane affermano inoltre che anche oggi è stato aperto un corridoio di evacuazione per i residenti nel Nord di Gaza. Avichay Adraee, portavoce arabo dell’Idf, ha affermato su X che “il passaggio sicuro rimane aperto oggi per scopi umanitari attraverso l’asse Salah El-Din in direzione del zona a sud di Wadi Gaza”. “Per la vostra sicurezza, unitevi alle centinaia di migliaia di residenti che si sono trasferiti a sud negli ultimi giorni”, ha ribadito Adraee.

Ospedali al collasso 

Le condizioni all’interno dell’ospedale di al Shifa a Gaza sono “catastrofiche” e le unità essenziali stanno collassando, ha detto alla Cnn il direttore dell’ospedale Mohammad Abu Salmiya secondo cui dentro al nosocomio sono ancora rifugiate 7000 persone, insieme a 1.500 pazienti e al personale medico. L’ospedale ha chiesto all’esercito israeliano 600 litri di carburante ogni ora per alimentare i suoi generatori, ma l’esercito non ha ancora risposto, ha aggiunto. Ieri, le forze israeliane avevano reso noto di aver consegnato 300 litri di carburante all’ingresso del complesso ospedaliero, ma che Hamas aveva impedito all’ospedale di riceverli. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha rilasciato poi una dichiarazione sui social media sostenendo che nelle vicinanze dell’ospedale al-Quds sono in corso “pesanti colpi d’arma da fuoco”. Un convoglio destinato a evacuare i pazienti ha dovuto fermarsi per la situazione di pericolo.

L’allarme dell’Oms

“Il mondo non può restare in silenzio mentre gli ospedali, che dovrebbero essere rifugi sicuri, si trasformano in scenari di morte, devastazione e disperazione. Cessate il fuoco. Ora”. Lo scrive il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, mentre i due principali ospedali di Gaza City, Al-Shifa e Al-Quds, sono “fuori servizio”. Almeno sei sarebbero i pazienti deceduti perché si sono spenti i respiratori.

Gli ostaggi

Un alto funzionario di Hamas ha escluso la possibilità di uno scambio parziale di ostaggi con Israele, affermando la volontà di “uno scambio completo” dei detenuti di Hamas nelle carceri israeliane. Secondo Hamdan “la nostra posizione sul dossier dei prigionieri è stata chiara fin dall’inizio e si tratta di un completo scambio di prigionieri” smentendo le voci sui colloqui in corso per un rilascio parziale. Per quanto riguarda gli ostaggi con passaporti stranieri, il loro rilascio “sarebbe ostruito da Israele”.

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