Tre antiche mummie conservate nel Museo Anima Mundi rimpatriate in Perù

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Tre antiche mummie conservate presso il Museo Etnologico Anima Mundi sono state rimpatriate in Perù. La cerimonia si è tenuta oggi, lunedì 17 ottobre, presso i Musei Vaticani, alla presenza del presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Fernando Vérgez Alzaga e del ministro degli Esteri peruviano, César Rodrigo Landa Arroyo, che hanno firmato il documento formalizzando e ufficializzando così l’atto che – informa una nota dei Musei Vaticani – risponde allo spirito di integrazione fra le culture su cui si fonda il Museo Anima Mundi. Ovvero il Museo voluto da Papa Pio XI nel 1925, in seguito al grande successo riscosso dall’Esposizione Vaticana di quell’anno. All’epoca, furono inviate in dono al Pontefice oltre 100 mila opere da ogni angolo del pianeta. Anche il Perù partecipò all’iniziativa, inviando una serie di reperti rappresentativi della cultura e della civiltà del Paese, tra cui tre le mummie in questione.

Indagini approfondite

Antiche di secoli, non se ne conosce tuttavia l’esatta datazione. Al loro rientro in Perù verrano svolte delle indagini approfondite per determinarne l’epoca di provenienza delle mummie. È noto, invece, che siano state ritrovate a tremila metri di altitudine sulle Ande peruviane lungo il corso del fiume Ucayali, un affluente del Rio delle Amazzoni.

Un cammino di oltre dieci anni

Il cammino che ha portato alle firme e al rimpatrio è durato oltre dieci anni. Nel 2010 padre Nicola Mapelli, responsabile del Museo Anima Mundi, in sinergia con l’allora direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, ha avviato un progetto di rimpatrio dei resti umani presenti nel museo. Una politica volta a considerare i resti umani non come opere d’arte od oggetti da collezione. Primo atto di questa politica è stato il rimpatrio di un resto umano proveniente dall’Ecuador. 

Poi giunse il momento delle mummie peruviane: un percorso di dialogo e collaborazione tra le Parti, con il coinvolgimento di Istituzioni scientifiche e culturali del Perù. Padre Mapelli si è recato personalmente nel Paese sudamericano, per incontrare i rappresentanti delle popolazioni locali e condividere con loro la visione e l’intento del progetto di rimpatrio.

Lavoro di squadra

Nel suo lavoro, padre Mapelli è stato assistito da Katherine Aigner, esperta nel campo e già all’opera in progetti di rimpatrio per Australia e Oceania, e dalla dottoressa Stefania Pandozy, Responsabile del Laboratorio Polimaterico dei Musei Vaticani, che, insieme al suo team di collaboratori, ha svolto indagini approfondite sulle mummie e fatto quanto necessario per garantirne la perfetta conservazione.

L’impegno profuso dai Musei Vaticani per raggiungere questo risultato, sottolinea il comunicato, è indice dell’importanza data alla questione del rispetto per l’identità di ciascun popolo e cultura, nel solco della politica della riconnessione promossa da Papa Francesco.

La gratitudine del Perù

Intervenendo oggi alla cerimonia, il ministro peruviano Landa Arroyo – che in mattinata ha incontrato Papa Francesco – ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato agli sforzi per far sì che le tre mummie tornassero in Perù. “È di estremo interesse per il Perù rimpatriare il proprio patrimonio culturale situato all’estero”, ha detto. Ha quindi espresso gratitutine per “la disponibilità e il lavoro di tutte le autorità vaticane coinvolte in questo processo di rimpatrio, a partire da coloro che nel 2013 hanno identificato e comunicato il ritrovamento di queste tre mummie all’Ambasciata del Perù presso la Santa Sede”.