Chiesa Cattolica – Italiana

Trapani: il Natale unisce tutti i cristiani in un incontro speciale

Alessandra Zaffiro – Palermo 

“Un incontro dedicato all’ascolto della Parola del Vangelo e all’ascolto gli uni degli altri. Un’occasione semplice ma privilegiata per condividere ciò che sentiamo e crediamo, attraverso la ricchezza della diversità creativa dello Spirito e l’armonia dell’unità nella fede in Dio”. Così Francesca Messina, direttrice dell’Ufficio diocesano trapanese per l’ecumenismo ed il dialogo, parla dell’incontro ecumenico tra le diverse chiese cristiane presenti sul territorio, in programma oggi nella parrocchia di Sant’Alberto a Trapani, riguardo la comune celebrazione del Natale di Gesù, seppur con modalità diverse, e nelle varie tradizioni, al quale sono stati invitati i pastori e i fedeli della Chiesa valdese di Trapani-Marsala, la Chiesa Ortodossa rumena, la Chiesa evangelica della Riconciliazione di Alcamo, la Chiesa evangelica di Fede Cristiana di Erice, la Chiesa Cristiana Parola di Fede a Trapani, la Chiesa Cristiana Evangelica Missione libera Bethel di Marsala-Trapani e la Chiesa cristiana Jeshua.  

Per il vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli “il cammino sinodale della nostra Chiesa particolare sollecita la tessitura delle relazioni anche con realtà locali diverse, che si ispirano al Vangelo. Per questo l’Ufficio ecumenico diocesano ha promosso un incontro con l’obiettivo di favorire la reciproca conoscenza e l’approfondimento della Parola di Dio. Si cammina insieme nel rispetto e nel desiderio di intercettare i bisogni spirituali e culturali della società di oggi, avendo l’autorevole guida di Papa Francesco, che ci indica la via nella Fratelli tutti”. 

Messina: l’esempio del Papa e il valore autentico dell’incontro 

“In particolar modo – spiega Francesca Messina – circa il modo di vivere il nostro servizio per l’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo, vogliamo seguire l’esempio di Papa Francesco, che accompagna i suoi appassionati discorsi col gesto concreto di incontrare gli altri come fratelli, di invocare con forza un’azione di accoglienza e di giustizia, in ogni ambito e soprattutto, nella questione migratoria, in cui ci invita a crescere nella capacità di guardare ai volti dei rifugiati. Anche noi vogliamo guardare ai volti, costruire reti di carità e ammirare la luce del Creatore che si manifesta nella diversità delle sue creature”.

“Durante il tempo delle rigide restrizioni a causa del Covid – aggiunge Messina –  abbiamo sofferto  l’impossibilità di poterci incontrare, in quanto persone innanzitutto e poi in quanto membri dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della Diocesi di Trapani. Non abbiamo voluto sminuire il valore autentico dell’incontro, accontentandoci delle piattaforme virtuali, per cui pur avendo sempre mantenuto i contatti con le altre Chiese cristiane, abbiamo atteso con trepidazione di potere stare insieme nella vita vera. Questo tempo liturgico dell’Avvento esprime chiaramente il nostro sentire e ci accoglie insieme finalmente, mentre noi accogliamo Colui che viene nel mondo per tutti, a Bet Lehem, in una ‘casa di pane’, cibo vero di ogni uomo”.  

Preghiera e meditazione condivisa 

“La nostra meditazione si concentra non a caso sul mistero dell’Incarnazione del Verbo, attraverso il prologo di Giovanni. Il progetto d’Amore di Dio – spiega la direttrice dell’Ufficio diocesano trapanese per l’ecumenismo ed il dialogo di Trapani – dichiara al mondo il suo desiderio di comunione con l’umanità, venendo in Persona fra le persone, per mostrare il Volto di Dio. Tutta la vita di Gesù porta il sigillo di questo stile trinitario e quindi intimamente relazionale e dialogico: un Dio che tocca, abbraccia, cena fianco a fianco, guarisce, ascolta in silenzio, non giudica, si offre e si lascia coinvolgere al punto da contaminarci della sua divinità e della sua bellezza. Questo incontro ecumenico alle porte del Natale rientra per noi nella naturalezza delle scelte del Maestro, del quale vogliamo meditare l’umiltà e imparare a costruire relazioni vere, in cui l’altro viene vissuto sempre come un dono”.  

Le voci della Chiesa Valdese e della Chiesa evangelica della Riconciliazione

“Ogni incontro ecumenico è importante, se nasce da un moto sincero di fraternità e condivisione – sostiene Monica Natali, diacona valdese – il fatto che esso avvenga nell’imminenza del Natale ci ricorda che la Parola incarnata si è fatta uomo in Gesù di Nazareth, uomo che ha incontrato donne e uomini diversi. Il Cristo di cui ci diciamo discepoli e discepole continua a incontrare l’umanità più diversa, colorata e varia, uomini e donne che percorrono il loro cammino di fede nella straordinaria varietà di doni, ministeri, sensibilità. Camminare ecumenicamente significa lavorare insieme pur nelle differenze, senza annullarle o ignorarle. Lo Spirito, che sempre soffia libero e sovrano – aggiunge Natali – ci accompagna in questo cammino ricordandoci che il Natale è sempre la storia di un nuovo inizio, da figli e figlie di Dio, da fratelli e sorelle in Cristo”. 

Di “Natale come realizzazione del grande mistero d’amore” parla Maura Costa della Chiesa evangelica della Riconciliazione: “l’Incarnazione che rivela il desiderio di Dio, il coraggio di Dio, la vicinanza di Dio, il perdersi di Dio per trovare l’uomo, ma soprattutto il donarsi di Dio. È grazie a questo Dono, che diventiamo figli di Dio; è grazie a questo Dono che ci riconosciamo fratelli. Che il Natale ci porti non solo alla consapevolezza di Gesù come Dono, ma anche ci faccia scoprire l’essere dono l’un dell’altro”.

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