Si tratta di un sacerdote ghigliottinato nella Germania al tempo di Hitler e di 15 suore di origine tedesca uccise dai soldati dell’Armata Rossa o morte nei campi di concentramento in Russia. Il Papa ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti relativi a 19 prossimi nuovi Beati e 7 nuovi Venerabili
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Uccisi in odio alla fede sotto due dittature: quella nazista e quella sovietica. Sono 16 martiri: si tratta di Max Josef Metzger, sacerdote diocesano, fondatore dell’Istituto Secolare Societas Christi Regis, ucciso il 17 aprile 1944 in Germania, e di Christophora Klomfass con le sue 14 compagne, della Congregazione delle Suore di Santa Caterina Vergine e Martire, uccise nel 1945 ad opera del regime comunista sovietico.
Il Papa ricevendo stamane il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione dei relativi Decreti. In tutto, i prossimi Beati saranno 19. Sette i nuovi Venerabili.
15 suore martiri sotto il comunismo sovietico
Le 15 religiose, di origine tedesca, risiedevano in Polonia durante l’invasione dell’Armata Rossa: sono tutte morte tra il gennaio e il novembre 1945. Uccise in odio alla fede dai soldati sovietici, violentate, torturate o morte di stenti, maltrattamenti o malattie nei campi di concentramento in Russia. In segno di feroce disprezzo verso la religione cristiana, i loro aguzzini spesso tagliavano e laceravano i loro abiti religiosi.
Un sacerdote per la pace e l’ecumenismo al tempo di Hitler
Il sacerdote tedesco Max Josef Metzger è stato vittima di un’altra dittatura, quella nazista. Impegnato nei movimenti pacifisti ed ecumenici, nel 1917 fonda la Lega della Pace Universale della Croce Bianca e dieci anni dopo partecipa come osservatore cattolico all’Assemblea di Losanna, che diede origine al Consiglio Ecumenico delle Chiese. All’avvento del nazismo, non aveva paura di parlare apertamente contro Hitler. Viene arrestato una prima volta nel 1939 e una seconda volta nel 1943. Condannato a morte, viene ghigliottinato il 17 aprile 1944 nel carcere di Brandenburg-Görden. Era consapevole che l’impegno per la pace e l’ecumenismo, nonché il rifiuto del regime nazista in nome di Cristo, potevano costargli la vita.
Gli altri prossimi Beati
Tra i prossimi nuovi Beati figura anche il Patriarca di Antiochia dei Maroniti Stefano Douayhy, libanese, vissuto nel XVII secolo (1630-1704). Svolse una intensa opera di assistenza ai poveri e a favore del dialogo ecumenico tra Oriente ed Occidente.
Saranno proclamati Beati anche il Venerabile José Torres Padilla, sacerdote diocesano spagnolo, cofondatore della Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce (1811-1878) e il Venerabile Camillo Costa de Beauregard, sacerdote diocesano francese (1841-1910), soprannominato il “padre degli orfani” per aver fondato a Chambery l’orfanotrofio Le Bocage.
I sette nuovi Venerabili
I sette nuovi venerabili sono: Geervaghese Thomas Panickaruveetil Mar Ivanios, arcivescovo di Trivandrum dei Siro-malabaresi, fondatore nel 1919 delle Congregazioni dell’Ordine dell’Imitazione di Cristo Bethany Ashram e delle Suore dell’Imitazione di Cristo Bethany Madhom, un pioniere dell’ecumenismo in India e primo vescovo della Chiesa Cattolica Siro-Malankarese; il sacerdote brasiliano Liberio Rodrigues Moreira, che nella prima metà del secolo scorso spese la sua vita per i malati e i poveri e visse con profondo spirito cristiano le prove che la vita non gli risparmiò, instancabile adoratore dell’Eucarestia; il laico professo Antonio Tomičić, croato dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini che negli anni del comunismo, quando portare segni religiosi in pubblico provocava irrisione e ostilità, mai tolse il saio, subendo pubblicamente ingiurie e perseverando, con ferma fiducia nel Signore, nella sua mansione di questuante per le necessità dei fratelli; la laica e madre di famiglia Maddalena Frescobaldi Capponi, fondatrice della Congregazione delle Suore Passioniste di San Paolo della Croce; Maria Alfinda Hawthorne, fondatrice delle Suore Domenicane di Santa Rosa da Lima, nata a metà Ottocento da una famiglia protestante nel Massachussets e divenuta cattolica in Europa assieme al marito, da cui si separò a causa dell’alcolismo, dedicandosi poi al servizio di Cristo nei malati di cancro; Angelina Pirini, laica dirigente dell’Azione Cattolica parrocchiale a Celle di Sala di Cesenatico in Emilia Romagna morta nel 1940; ed infine Elisabetta Jacobucci, suora professa dell’Istituto delle Terziarie Francescane Alcantarine, vissuta a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento: sempre disponibile ad accettare le mansioni più umili, seppe unire l’aspetto ascetico della contemplazione della Passione ad un intenso apostolato caritativo a beneficio di orfani e anziani.