Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
“Vi incoraggio a non dimenticare chi siete e da dove venite”. Le parole di Papa Francesco, pronunciate il 7 marzo scorso davanti ai cristiani della città martire di Qaraqosh, nella piana di Ninive, in Iraq, non hanno mai abbandonato i cuori di quei cristiani che per anni hanno vissuto il martirio imposto dalla violenza dello stato islamico. Oggi sono liberi di vivere la loro fede, ma ancora di fronte all’impossibilità di potersi recare in Terra Santa, così come tutti i cristiani del resto del Medio Oriente, dal Libano alla Siria. Una drammatica verità alla quale la Custodia di Terra Santa ha deciso di rispondere, portando a questi fedeli la reliquia della Santa Croce, arrivata il 17 agosto scorso a Qaraqosh, nella Chiesa dell’ Immacolata Concezione, prima chiesa che ufficialmente ha raccolto la reliquia, Fra Noor Tamas, della Custodia di Terra Santa, iracheno originario di quella città. “Per loro è stata una sorpresa – racconta a Vatican News – si sono sentiti vicini alla Terra Santa, loro che neanche possono sognare di arrivare lì, tutti questi cristiani dell’Oriente, pur essendo vicini ad Israele, non possono andare in pellegrinaggio”. L’idea è nata da Fra Tamas sostenuto dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, e da altri due confratelli. “La reliquia della Santa Croce – prosegue Fra Tamas – rappresenta la Terra Santa per loro. Averla qui, anche dopo la visita del Papa, ha fatto capire alla gente che Qaraqosh non è più una piccola città sconosciuta, ma è un punto importante per tutti i cristiani dell’Oriente, perché adesso Qaraqosh sappiamo che è l’unico posto in Iraq che riunisce la maggior parte dei cristiani.”
La mostra fotografica sulla terra di Gesù
Con l’arrivo della reliquia è stata inaugurata la mostra fotografica “La terra amata da Gesù”, ideata dallo stesso Fra Tamas, per permettere a tutti i cristiani che non possono andare in Terra Santa di poterne conoscere i luoghi. Sono foto raccolte dall’archivio della Custodia e da quelli personali di diversi frati. E’dal 22 luglio che è in viaggio, prima diretto in Siria, poi in Libano, ora in Iraq, a Qaraqosh e, si augura, anche a Erbil, nel Kurdistan iracheno. “Sono 22 pannelli – spiega ancora il francescano – che raccontano i santuari, ma anche la storia della Custodia, di come è nata e dei servizi che offre. La mostra presenta i diversi santuari custoditi dai francescani che, posti in ordine cronologico, seguono gli eventi più importanti della vita di Gesù, iniziando da Nazareth, dall’Annunciazione, e concludendo alla Basilica del Santo Sepolcro”. Fra Tamas racconta il dolore di chi non capisce perché non abbia il diritto di visitare i luoghi della vita di Gesù ma racconta anche l’emozione che la mostra permettere di vivere, quella di andare in pellegrinaggio e di capire come “passo dopo passo come Gesù è andato da una zona all’altra”.
Il sogno della Terra Santa
È un’esperienza fortissima per questi cristiani divisi dai luoghi santi da un pugno di chilometri, che diventano però insormontabili “a causa della politica” spiega ancora il francescano, “ma loro non c’entrano! È gente povera che chiede l’occasione di andare lì per fare l’esperienza del Gesù Risorto, loro che hanno già vissuto l’esperienza del Gesù crocifisso e che ora cercano la resurrezione.” Ed era questo il desiderio di Fra Tamas, portare l’appello di queste persone al mondo, nella speranza che la situazione possa cambiare per “questa gente che nasce e muore senza neanche poter sognare di andare in quelle terre”.