Roberta Barbi – Città del Vaticano
Cibo, ma anche acqua e cure: sono tanti gli obiettivi del ritorno dell’iniziativa “Un Pasto al giorno”, sabato 17 e domenica 18 settembre in molte piazze e parrocchie d’Italia, grande classico della Comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Un appuntamento che consente di garantire sette milioni e mezzo di pasti a persone in difficoltà che vengono accolte nelle case, nelle mense e nelle realtà d’aiuto della Comunità. Proprio questo, infatti è il senso di comunità di cui parlava don Benzi: “Essere attenti al proprio territorio, alle persone in fragilità che vi vivono ed essere disponibili a collaborare”, questa la ricetta che sta dietro allo slogan “Costruiamo una tavola in cui ci sia posto per tutti”, secondo Giovanni Ramonda, presidente della Comunità Giovanni XXIII.
Una preghiera al giorno in una lingua diversa
Come sempre la Comunità ha preparato un dono per quanti decideranno di partecipare a “Un pasto al giorno”: un libricino con sette preghiere in sette lingue diverse, una per ogni giorno della settimana; un oggetto simbolico che vuole condurre alla riflessione sull’importanza della preghiera e, ancora una volta, far sentire tutti una comunità: “Abbiamo pensato che è la fede, la dimensione religiosa di ognuno che apre il cuore alla generosità e alla condivisione –spiega ancora il presidente – la solidarietà parte da una scelta libera del cuore, una scelta che per noi credenti è l’amore di Dio. E poi, come diceva don Benzi, non c’è ‘nessuno più impegnato su questa Terra di chi è immerso nell’ascolto di Dio’”.
Istat: In Italia nel 2021 famiglie povere il 7.5% del totale
È una fotografia drammatica, quella che delineano i dati Istat del 2021 che confermano picchi di povertà assoluta mai raggiunta prima del 2020 e causati dalle conseguenze della pandemia: si calcola che 1.9 milioni di famiglie per quasi sei milioni di persone siano coinvolte, mentre 2.9 milioni di famiglie vivrebbero comunque sotto la soglia di povertà. “Riscontriamo in effetti la mano tesa di poveri che fino a qualche anno fa riuscivano a condurre una vita dignitosa”, conferma Ramonda. Una situazione globale che a causa della guerra in Ucraina e della crisi energetica non può che aggravarsi: “Siamo presenti nel Paese con la campagna Stop the War grazie alla quale siamo riusciti a portare molti orfani in Italia – conclude il presidente della Comunità Giovanni XXIII – abbiamo fiducia che con la solidarietà e la condivisione i beni si possano moltiplicare e che ci sarà il necessario per tutti”. Intanto procede il lavoro nelle periferie in ascolto del grido degli ultimi, proprio come auspica Papa Francesco.