Terzo appuntamento per l’iniziativa promossa dalla Pontificia Commissione per l’America Latina e la Loyola University di Chicago. Nel pomeriggio del 26 settembre Francesco incontrerà on line studenti provenienti da diverse aree meridionali del continente
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Costruire ponti attraverso l’Asia meridionale: è questo l’obiettivo del terzo incontro con Papa Francesco promosso dall’iniziativa “Building Bridges” della Pontificia Commissione per l’America Latina e dall’Istituto di Studi pastorali e dall’Ufficio per l’impegno globale e comunitario dell’Università Loyola di Chicago. Protagonisti dell’incontro, che vuole essere una risposta alla chiamata del Papa a una Chiesa sinodale, sono questa volta i giovani studenti di diverse aree dell’Asia meridionale. L’evento segue i primi due incontri rispettivamente del 24 febbraio e del primo novembre 2022 tra Francesco e gli studenti delle Americhe e dell’Africa sub-sahariana. Anche stavolta il livestream sarà disponibile su Youtube e accessibile in tre lingue: inglese, spagnolo e hindi.
Divisi in piccoli gruppi per riflettere su grandi temi
Gli studenti partecipanti, appartenenti a varie strutture e collegi dell’area geografica in oggetto, dal Pakistan all’India al Nepal, provengono da diversi percorsi disciplinari, dalla Psicologia all’Informatica, dalla Fisica all’Economia, e hanno lavorato divisi in 12 piccoli gruppi all’interno dei quali hanno potuto impegnarsi nell’ascolto, nel dialogo e nel discernimento su problemi sociali comuni, perché, come esorta proprio Papa Francesco, “incontrare, ascoltare, discernere” è il metodo giusto per un’interazione sinodale, per evitare di “scendere in discussioni inutili e improduttive”, dunque, discerniamo per agire. Saranno proprio i rappresentanti di ogni singolo gruppo a farsi portavoce degli altri e a incontrare virtualmente il Papa il prossimo martedì 26 settembre.
Una Chiesa sinodale che mette al centro la speranza
Al cuore di “Building Bridges”, come esprime il titolo, c’è l’obiettivo di partire dalle distanze che spesso esistono tra popoli e culture per colmarle costruendo ponti, costituiti da scambi reciproci di esperienze, suggerimenti e condivisione del lavoro – ora come in futuro – per obiettivi comuni globali, quali la sostenibilità ambientale, la giustizia economica e lo sviluppo umano integrale. La formula dell’incontro virtuale consente di unire periferie lontane tra loro, di far dialogare marginalità diverse fatte di disoccupazione, povertà, violenza, permettendo a coloro che vi sono immersi di sperimentare per la prima volta spazi di libertà in cui essere ascoltati e in cui poter offrire al mondo le proprie visioni e le proprie speranze.