Roberta Barbi – Città del Vaticano
“Alcuni sono più sensibili all’ordine e alla bellezza di altri. Ma sicuramente ognuno si diletta dell’ordine e della bellezza della natura”. Con queste semplici parole il padre carmelitano Tito Brandsma, oggi santo, iniziava il 4 ottobre 1936 all’università di Nimega, nei Paesi Bassi, di cui era rettore, un breve intervento intitolato “Insegnare la prevenzione della crudeltà verso gli animali” che oggi si può tornare a gustare grazie al volume “Amore per gli animali e amore per l’uomo” pubblicato dalla casa editrice Graphe.it in occasione della canonizzazione. In realtà si tratta di una seconda edizione dopo la prima, datata 2013 e intitolata “Per vivere senza crudeltà sugli animali” realizzata in collaborazione con la Curia Generale Carmelitana, come precisa l’editore Roberto Russo: “Una scelta che è venuta dal cuore, una volta scoperto questo testo a mio avviso molto innovativo per un filosofo che è anche santo. È un modo anche per riflettere sull’importanza della Creazione, soprattutto calcolando che è stato scritto 80 anni fa!”.
Gli animali: la scuola di Dio per imparare ad amare gli altri
Un santo dei nostri giorni. Un uomo libero. Un intellettuale di punta. Uno che amava parlare chiaro. Tito Brandsma è tutto questo, come scrive nella prefazione al testo il giornalista Luigi Accattoli, il quale, contestualizzando le parole quel giorno, ricorda che il santo le pronunciò mentre infuriavano la guerra in Spagna, in Etiopia e le “prove di alleanza tra Germania, Italia e Giappone in vista della grande mattanza”. Intanto nel centro dell’Europa questo piccolo carmelitano non aveva paura di parlare di animali e di esortare ad amarli dello stesso amore che aveva impiegato Dio nel crearli: “Aveva un rispetto totale dell’animalità – afferma ancora Russo – aveva ben presente che facciamo tutti parte del medesimo piano creativo di Dio, sebbene con le dovute differenze”. Prima di lui san Francesco; dopo di lui, Papa Francesco con la Laudato Si’: “Nell’Enciclica il Santo Padre riprende ad esempio il tema della sperimentazione, affermando infatti che questa esige il preciso rispetto dell’integrità della Creazione”, racconta l’editore.
L’insegnamento di san Tommaso
Nella sua conferenza padre Tito cita san Tommaso nel suo mostrare, con considerazioni puramente filosofiche, il perché gli esseri umani devono essere buoni e protettivi con gli animali. ”Una persona crudele con gli animali rischia di diventare crudele verso gli esseri umani”, scriveva padre Brandsma, sostenendo anche il contrario, cioè che chi è premuroso verso gli animali non tratterà aspramente neanche il suo prossimo. “Era geniale nella sua intuizione per cui il rispetto degli animali deve passare attraverso la considerazione della loro capacità di provare amore che è un dono che viene da Dio – spiega Russo – la sua è una spiritualità tutta carmelitana: guardare la realtà con gli occhi di Dio; era un contemplativo in azione”.
La libertà di vivere in pace
Amare gli animali per il santo è, dunque, amare Dio perché è amare ciò che Egli ama e ha creato con amore. Queste le considerazioni finali contenute nell’appendice a cura di Leonardo Caffo secondo il quale rispetto e amore per gli animali diventano necessari per qualunque cristiano: “Un tentativo, quello di Brandsma – si legge – che apre la strada a una lotta di rivendicazione di una libertà, quella a vivere in pace, per tutti gli esseri animali viventi”. Un tentativo disatteso nella contemporaneità del santo in cui infuriava la minaccia nazista di cui fu vittima egli stesso: “Le Ss lo chiamavano ‘il piccolo frate pericoloso’ – conclude l’editore di Graphe.it – e per tornare a citare Papa Francesco, è proprio così che dobbiamo essere noi cristiani: pericolosi, non dobbiamo adagiarci, al contrario mantenerci attivi nel portare l’annuncio del Vangelo nella quotidianità”.