The last supper. Un cortometraggio per capire il “pane della vita”

Vatican News

Davide Dionisi – Città del Vaticano

La volta della Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma, vista con gli occhi del Cristo raffigurato in mezzo agli apostoli, nell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Questa e tantissime altre suggestive immagini sull’ambientazione del capolavoro leonardesco sono state rese possibili grazie a “The Last Supper: the Living Tableau”, il cortometraggio di 9 minuti realizzato da Armondo Linus Acosta, regista e creatore, che per realizzarlo ha riunito tre maestri della cinematografia mondiale, ciascuno vincitore di tre premi Oscar: Vittorio Storaro, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

Gli appuntamenti

Il cortometraggio potrà essere ammirato in una cornice speciale, in occasione del Corpus Domini: venerdì 4 (dalle 17 alle 22), sabato 5 e domenica 6 giugno (dalle ore 12 alle 22 sia il sabato che la domenica) verrà infatti proiettato all’interno della volta della basilica che verrà oscurata in modo da mostrare al meglio l’installazione. L’iniziativa ha il patrocinio del Dicastero per la Comunicazione, dell’Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, del Comune di Roma e della Fondazione Film Commission di Roma e del Lazio.

Momenti meditativi

“Per il Corpus Domini non si sono potute organizzare le tradizionali processioni per il centro di Roma, così si è pensato a un momento meditativo e un invito alla preghiera. Partendo dal capolavoro di Leonardo, reinterpretato in chiave cinematografica, saremo aiutati a contemplare il mistero dell’Eucarestia nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo”: spiega il rettore della basilica monsignor Walter Insero. Le note dello Stabat Mater di Rossini accoglieranno il visitatore che si troverà immerso in un paesaggio debolmente illuminato. Pian piano entrando vedrà gli apostoli, da soli, già seduti a tavola; quindi Gesù, al centro, che benedice il pane e il vino e annuncia il tradimento da parte di uno di loro. Il tutto è ripreso molto lentamente, con grande attenzioni alle luci e ai dettagli. “Ho filmato The Living Tableau intenzionalmente al rallentatore estremo poiché non considero questo lavoro un film in sé, ma appunto un tableau. Un pezzo minuziosamente accurato in cui hai l’opportunità di meditare sui dettagli divini di questo straordinario capolavoro mistico di Leonardo da Vinci”: rivela Acosta.

Ricostruzione fedele

“Leonardo mette Gesù al centro della scena perché in questo modo vuole dire: Gesù è Dio che diventa uomo, e quest’uomo è comunque il centro del mondo, il centro dell’universo” aggiunge Vittorio Storaro. Tutti i particolari del dipinto, datato 1494-1498 e realizzato nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, sono stati ricostruiti fedelmente. Per i costumi, sono stati approntati dei calchi di gesso di supporto, in modo che gli attori che interpretano gli apostoli potessero mantenere con più facilità le posizioni immaginate da Leonardo. Nessuno di loro è un professionista: si tratta di persone che lavoravano sul set e che sono stati notati da Acosta per la somiglianza con i personaggi dipinti da Leonardo. Un apostolo, Taddeo, è impersonato dallo stesso regista.

Dentro l’anima degli apostoli

“Come il carrello di Vittorio Storaro che arriva proprio dentro il set, noi facciamo la stessa cosa”: indica Francesca Lo Schiavo: “Andiamo dentro il quadro, dentro l’anima degli apostoli e assistiamo al miracolo di Gesù. Io credo che questo interessi tutto il mondo. Mi ha molto toccato l’idea di partecipare a questa operazione, a questa realizzazione”. Entusiasta del progetto anche Dante Ferretti: “Tutto è nato da quando Armondo mi ha chiamato a Roma e mi ha proposto di ricostruire l’Ultima Cena di Leonardo” rileva, chiarendo che “Dovevamo far diventare viva la pittura, con personaggi veri, che si muovono. Mi è sembrato molto interessante e ho detto subito di sì”.

Una chiamata alla preghiera

“L’Eucarestia, il Sacramento, l’esaltazione e l’invito a capire il pane della vita, lo scopo e il mistero per tutelare la vita nella sua fragilità. In questo momento ogni vita umana su questo pianeta è fragile. Ecco perché ho creato The Last Supper: The Living Tableau. Per poter riconsiderare la grazia e la bellezza di questa vita”: conclude Armondo Acosta. “La realtà attuale è particolarmente sfidante e ci rende ancor più grati di esistere. Stiamo facendo tutto questo per condividere con l’umanità tutta i momenti più importanti attraverso un invito, una chiamata alla preghiera con cui possiamo dare uno sguardo alla vita dal punto di vista dei nostri cuori”.