Dal 6 febbraio, giorno del terremoto che ha fatto più di 40 mila vittime in Turchia e Siria, il Programma Alimentare Mondiale, agenzia umanitaria dell’Onu, Premio Nobel per la pace 2020, ha già distribuito pasti caldi a più di 90 mila persone in Siria e ad oltre 200 mila in Turchia, tra cittadini turchi e rifugiati siriani. Il Pam prevede di raggiungere 900 mila persone, ma chiede che tutte le parti in conflitto nel nord della Siria permettano l’accesso umanitario attraverso tutti i canali
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Attivo con aiuti di prima emergenza già posizionati nel nord-ovest della Siria, il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme) delle Nazioni Unite, fin dalle prime 24 ore dopo il terribile sisma che ha colpito il sud-est della Turchia e la Siria, ha via via raggiunto finora quasi 300 mila persone. Vengono distribuiti pasti caldi e razioni pronte da mangiare ai sopravvissuti al terremoto che hanno perso tutto. Ma il Pam/Wfp, la più grande agenzia umanitaria del mondo, Premio Nobel per la pace 2020, se riceverà i fondi necessari, prevede di aiutare fino al 900 mila persone nei prossimi mesi.
In Turchia, aiuti per quasi 200 mila tra turchi e profughi siriani
In Turchia, Paese che ospita il più alto numero di rifugiati al mondo, il Pam/Wfp sta consegnando cibo per le cucine da campo nelle otto province del sud-est e si prepara a distribuire 3,3 milioni di pasti a quasi 200 mila persone nelle prossime due settimane attraverso le locali cucine di comunità. Contemporaneamente, continua a potenziare la sua assistenza ai rifugiati siriani e cittadini turchi sfollati dal terremoto, che hanno trovato rifugio nei campi, fornendo pacchi alimentari d’emergenza a 72 mila persone.
In Siria, appello alle parti in guerra per facilitare l’accesso umanitario
In Siria, dove il terremoto ha ulteriormente complicato una grave crisi umanitaria, il Pam e i partner locali hanno già assistito più di 90 mila persone. Altre 80 mila riceveranno il cibo che l’agenzia dell’Onu sta fornendo ai partner sul campo, che poi lo distribuiranno. Il nord-ovest del Paese, duramente colpito, ha bisogno urgente di una maggiore quantità di aiuti alimentari in tempi rapidi e che tutte le parti facilitino l’accesso umanitario per raggiungere tutte le persone che hanno bisogno di sostegno. Il Pam ha effettuato il 15 febbraio l’ultima spedizione transfrontaliera di generi alimentari.
“Più rotte sicure per i convogli di aiuti in tutto il Paese”
“Una delle nostre maggiori sfide in questo momento non è il trasporto, non è il cibo, ma è l’accesso”, spiega da Damasco Kenn Crossley, direttore del Pam in Siria. “Tra le persone più difficili da raggiungere ce ne sono alcune che sono in aree di conflitto. E noi dobbiamo essere in grado di raggiungerle”. “Dobbiamo fare molto di più – gli fa eco da Aleppo, nel video che vi proponiamo, il vicedirettore Ross Smith – l’accesso è fondamentale. Abbiamo bisogno di più rotte per i nostri convogli di aiuti in tutte le aree della Siria e di un maggiore accesso attraverso il confine con la Turchia”.
Zakaria: il sisma ha distrutto la mia casa, ricostruita dopo una bomba
Anche prima del disastroso terremoto, circa 4,1 milioni di persone nel nord-ovest della Siria, più del 90 per cento della popolazione, dipendevano dagli aiuti umanitari. Dodici anni di conflitto hanno costretto quasi 3 milioni di persone a lasciare le proprie case, e a vivere in condizioni precarie. Nel campo profughi di Kafr Yahmoul, nel nord-ovest della Siria, una zona controllata dalle milizie che si oppongono al regime di Assad, l’operatore video del Pam intervista il rifugiato siriano Zakaria Mustafa Dabe. “Durante la guerra un attacco aereo ha colpito e danneggiato la nostra casa – racconta Zakaria accanto ai suoi figli – Ho usato tutti i miei risparmi per ricostruirla, ma ora il terremoto l’ha distrutta. Non possiamo più viverci”. Oggi, aggiunge, “abbiamo ricevuto l’aiuto del Programma Alimentare Mondiale, che ci ha fornito un cesto di cibo”.
Una nuova crisi per una regione che soffre da anni
“Una regione afflitta da anni di crisi che si susseguono ora ne sta affrontando un’altra, con perdite e distruzioni inimmaginabili. Non si può aspettare a fornire soccorsi che devono essere immediati”, spiega Corinne Fleischer, direttrice regionale del Programma Alimentare Mondiale per il Medio Oriente, l’Africa settentrionale e l’Europa orientale. “La forte presenza del Pam in entrambi i Paesi ci ha permesso di mobilitare immediatamente il nostro personale, la nostra capacità logistica e i partner per rispondere ai bisogni alimentari più immediati delle persone”.