Fausta Speranza – Città del Vaticano
Cercare di capire se esistono “vie di uscita possibili dalla storica contrapposizione fra Israele e Palestina” e individuare “possibili prospettive di vita per il popolo palestinese”: è stato questo l’obiettivo del webinar intitolato “Terra Santa, il dramma dei rifugiati palestinesi” promosso dall’Ufficio Medio Oriente e Nord Africa (Mona) della Caritas italiana nella giornata di oggi, giovedì 17 giugno.
Storia e dati in un dossier
Nell’incontro è stato presentato un dossier con dati e testimonianze realizzato da Caritas Italiana, disponibile online a partire dal 20 giugno, Giornata mondiale dei profughi indetta dalle Nazioni Unite. Ne abbiamo parlato con Danilo Feliciangeli, coordinatore dei progetti umanitari in terra Santa di Caritas italiana:
Feliciangeli spiega che il dossier ripercorre gli anni e le fasi di un conflitto estenuante raccontato dalla prospettiva dei rifugiati palestinesi. Il popolo palestinese – dice – è vittima di una diaspora sia all’interno dei propri confini, sia all’esterno, in Paesi di accoglienza come Libano, Giordania, Siria. E ha chiarito che bisogna capire se sarà possibile rendere concreta la speranza del ritorno per tutti quei palestinesi che sognano di tornare nelle proprie case, e quali le responsabilità e le risposte della comunità internazionale.
Non solo assistenza
L’obiettivo – sintetizza Feliciangeli – non può essere soltanto quello di far fronte alle emergenze assicurando assistenza. Si tratta, ribadisce, di un impegno ovviamente che va onorato, ma il coordinatore dei progetti di Caritas italiana ricorda che la comunità internazionale deve impegnarsi a fare di più. Serve – raccomanda, così come emerso nel webinar – un’assunzione forte di responsabilità per cercare soluzioni, per aprire vie da percorrere.
A Gaza
Una parte del dossier è dedicata alla crisi umanitaria in corso e agli interventi nella Striscia di Gaza. A questo proposito Feliciangeli racconta di una situazione molto grave di bisogno che si è venuta a creare dopo gli undici giorni di conflitto e che ha radici anche nella pregressa situazione di povertà. Feliciangeli ricorda i 259 morti del conflitto e poi sottolinea che 1500 abitazioni e infrastrutture sono andate distrutte e che 8500 persone sono senza casa.
La Caritas in Terra Santa
L’impegno di Caritas Italiana in Terra Santa si concentra in quattro ambiti: l’assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza, lo sviluppo attraverso l’empowerment delle donne in un campo profughi intorno a Gerusalemme, la riconciliazione tra arabi e israeliani in Israele, la promozione del volontariaro giovanile in favore di alcune fasce vulnerabili della popolazione. Si tratta di programmi che di anno in anno sono rinnovati in base alle priorità e alle disponibilità. Per quanto riguarda Gaza, vanno subito citate le squadre mediche mobili: Caritas Gerusalemme ha l’obiettivo di assistere circa 6mila persone nelle aree emarginate di Gaza, fornendo diagnosi, analisi di laboratorio, ma anche di fornire un’educazione sanitaria. In seguito al conflitto di undici giorni a maggio tra forze di Hamas e Israele, è necessario incrementare tale impegno.