Anna Poce – Città del Vaticano
In un comunicato, diffuso il 2 aprile scorso sul sito web del Patriarcato Latino di Gerusalemme, i patriarchi e i capi delle Chiese locali della Città Santa, condannando ogni atto di violenza contro ogni essere umano, hanno offerto le loro preghiere ed espresso le loro condoglianze alle famiglie delle vittime dei recenti attentati terroristici, pregando per la guarigione dei feriti.
“Dinanzi a questo improvviso aumento dello spargimento di sangue”, i leader cristiani si sono detti preoccupati “per l’aumento delle tensioni in concomitanza delle principali feste religiose delle tre fedi abramitiche: Ramadan, Pesach e Settimana Santa/Pasqua”. Per questo motivo hanno invitato i fedeli delle tre tradizioni “a mostrare rispetto reciproco e cura per il prossimo, che sono al centro degli insegnamenti di ciascuna fede”, lanciando un appello alle autorità governative “affinché esercitino politiche di tolleranza religiosa, di limitazione dell’uso della forza e di attenuazione dei conflitti”.
Camminare sulla via della pace
“Incoraggiamo tutte le persone di buona volontà – si legge nella nota – a camminare sulla via della pace che è così centrale nel simbolismo di Gerusalemme, ‘la città della pace’. In questo modo, possiamo essere veri testimoni nel mondo della visione comune di Pace/Salom/Salaam che è racchiusa nel cuore delle nostre distinte ma intrecciate credenze religiose”.
Occupazione del Little Petra Hotel
In un altro comunicato, diffuso sempre il 2 aprile, i patriarchi e i capi delle Chiese locali di Gerusalemme hanno condannato l’occupazione dello storico Little Petra Hotel da parte del gruppo Ateret Cohanim – ebrei radicali che mirano ad ottenere una maggiore presenza ebraica nei quartieri di Gerusalemme Est -, definendola “una minaccia per l’esistenza del quartiere cristiano a Gerusalemme e per la pacifica convivenza della comunità di questa città”. Essi hanno ricordato quindi di avere più volte messo in guardia “contro le azioni illegittime degli estremisti”, scandite da intimidazione e violenza. L’Hotel Petra è oggetto di una battaglia legale durata diciotto anni tra il Patriarcato greco-ortodosso e il potente gruppo di coloni israeliani, Ateret Cohanim.
“Occupando la proprietà della Chiesa greco-ortodossa, il Little Petra Hotel, l’Ateret Cohanim ha commesso atti criminali di effrazione e violazione di domicilio. Agiscono come se fossero al di sopra della legge, senza paura delle conseguenze”, hanno scritto i leader cristiani, aggiungendo che “questo problema non riguarda le singole proprietà, ma l’intero carattere di Gerusalemme, compreso il quartiere cristiano”. L’Hotel, infatti, si trova sulla via percorsa da milioni di pellegrini cristiani che visitano Gerusalemme ogni anno. “Rappresenta il patrimonio cristiano e parla della nostra stessa esistenza in questo luogo”.
I capi delle Chiese locali, sottolineando come i gruppi estremisti radicali stiano imponendo “la loro illegittima e pericolosa agenda da tutte le parti”, hanno espresso il loro rifiuto a tutto questo e la preoccupazione che possa “portare all’instabilità e alla tensione in un momento in cui tutti stanno cercando di ridurle e di creare fiducia, per arrivare alla giustizia e alla pace”. “Gli atti di coercizione e di violenza – hanno concluso – non possono portare alla pace”.