Tentato golpe nella Guinea Bissau

Vatican News

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Il capo dello Stato si trovava ieri in un palazzo governativo della capitale Bissau, dove stava presiedendo una riunione di Gabinetto, quando sono stati uditi degli spari; negli scontri è morta una guardia della sicurezza e alcune delle persone coinvolte sono state arrestate. Umaro Sissoco Embalo ha affermato che il fallito golpe sarebbe legato, in particolare, alle sue decisioni “per combattere il traffico di droga e la corruzione”. Dura la condanna della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, che ritiene i militari che hanno cercato di destituire il capo dello Stato, responsabili della integrità fisica sua e dei membri del governo. Padre Celso Corbioli, missionario veneto da anni nel Paese, ha riferito all’agenzia Dire che “in un attimo la città si è fermata, le saracinesche sono state abbassate, sono state chiuse anche le scuole e il traffico si è fatto inesistente”, ma che tutto è poi tornato alla normalità.

Il Paese dall’indipendenza ad oggi

Embalo, un ex generale dell’esercito, è stato eletto a capo della nazione al ballottaggio del dicembre 2019, anche se i risultati sono stati contestati dal suo avversario, Domingos Simoes Pereira. Da quando ha ottenuto l’indipendenza dal Portogallo, nel 1974, la Guinea-Bissau ha subito quattro colpi di stato e oltre una dozzina di tentativi. La nazione, che conta un 1 milione e mezzo di abitanti, dal 2000 è un punto di transito per la cocaina tra l’America Latina e l’Europa poiché i trafficanti trarrebbero profitto dalla corruzione e dalle deboli forze dell’ordine. Le loro basi sarebbero state individuate nell’arcipelago delle Bijagos, un gruppo di 88 isole lungo la costa africana al largo del Paese, classificate dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per il loro particolare ecosistema.